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CONCLAVE IN AUTHORITY

Livorno, gli operatori: Ok le proteste per Gaza ma il porto sia accessibile a tutte le navi

Con una eccezione: i casi di carichi di armi destinati a Paesi in guerra

Un momento della riunione dell’Authority di Livorno, dopo il blocco navi

LIVORNO. La comunità degli operatori del porto di Livorno dice che c’è «ampia condivisione delle ragioni» che sono all’origine delle manifestazioni di solidarietà al popolo palestinese di Gaza («è condivisibile lo spirito che ha animato le proteste nella città e nel porto labronico»): al tempo stesso però manda «un forte richiamo alla necessità di garantire l’operatività del porto». I componenti dell’Organismo di partenariato hanno condiviso l’intendimento che «lo scalo portuale rimanga d’ora in poi accessibile da parte di tutte le navi». Con una unica eccezione: riguarda «eventuali casistiche di carichi di armi verso i Paesi belligeranti,  secondo un orientamento che si sta delineando nel sindacato a livello nazionale».

Questi sono gli elementi, detto in estrema sintesi, che sono saltati fuori nella riunione di confronto che il commissario straordinario dell’Authority labronica, Davide Gariglio, ha aperto nella mattina di oggi, mercoledì 1° ottobre, a Palazzo Rosciano: attorno al tavolo gli esponenti dell’Organismo di Partenariato, una sorta di “parlamentino” dell’istituzione portuale insieme alle istituzioni della città come il sindaco Luca Salvetti, il prefetto Giancarlo Dionisi, il questore Giuseppina Stellino, il comandante della Capitaneria di Porto, Giovanni Canu.

Bene dunque lo spirito solidaristico che è stato alla base della mobilitazione per Gaza ma – viene fatto rilevare al termine dellì’incontro – sono state anche stigmatizzate «le modalità con cui il 22 settembre gli attivisti hanno bloccato l’area operativa del Molo Italia, impedendo l’attracco della nave militare “Slnc Severn”». Nella nota di Palazzo Rosciano, si segnala che, a detta dei presenti, l’occupazione «ha esposto i cittadini a rischi gravi per l’incolumità personale e a conseguenze penali, in quanto le aree portuali sono assoggettate a normative speciali e ad alta intensità operativa».

Il confronto nel quartier generale dell’ente portuale ha fatto emergere «la necessità di salvaguardare l’ambito portuale, uno spazio economico che non può essere violato e di cui non può essere compromessa l’operatività», com’è stato sottolineato. Per questo motivo, è emersa «la volontà di incanalare la protesta verso soluzioni che non pregiudichino il sistema portuale nel suo insieme»: il blocco operativo delle navi di Zim, secondo quanto espresso dai presenti, «rischia di danneggiare l’immagine del porto, rendendolo poco affidabile».

Pubblicato il
1 Ottobre 2025

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