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Dimore storiche in Toscana, gratis sabato 11 sono visibili 40 archivi storici privati

Locandina dell’iniziativa di sabato 11

FIRENZE. L’appuntamento è da scrivere in rosso sull’agenda per sabato 11 ottobre: in tutta la Toscana si svolge la quinta edizione di “Archivi.doc” all’interno dell’evento nazionale dal titolo “Carte in dimora”. Praticamente «un viaggio nella storia e nel futuro del nostro Paese attraverso archivi attivi e contemporanei», come dicono gli organizzatori.

Per il quinto anno consecutivo si ripresenta agli occhi del pubblico l’iniziativa promossa dall’Associazione Dimore Storiche Italiane (Adsi): vengono aperte gratis al pubblico le porte di «oltre 40 archivi privati delle grandi famiglie italiane e di istituzioni museali, religiose e laiche», com’è stato annunciato in sede di presentazione dell’iniziativa: si tratta di «un vasto patrimonio di documenti, mappe, pergamene, foto, disegni d’artista, progetti, libri contabili di aziende agricole, eccezionali raccolte librarie».  Il lavoro di archivisti e storici consente di capite le preziose tracce del nostro passato.

Le novità di questa quinta edizione saranno presentate il 9 ottobre alle 17,30 nella sede di Faf Toscana-Fondazione Alinari per la Fotografia a Firenze (Villa Fabbricotti, al civico 64 di via Vittorio Emanuele II) che rinnova la collaborazione con Adsi Toscana attraverso l’immagine del manifesto della giornata, tratta dagli Archivi Alinari.

Quest’anno un particolare focus è dedicato agli archivi di grandi personalità e artisti: come Bartolini, Busoni, Longhi, Marescalchi, Michelucci, Morelli, Brewser Peploe, Puccini, Ragghianti, Vaccà Berlinghieri, Staccioli, Zeffirelli. Accanto agli archivi delle grandi famiglie toscane da Antinori di Brindisi a Bini Smaghi Bellarmini, e poi Capponi, Corsini, Tambellini de Fondra, ma anche Frescobaldi, Majnoni Baldovinetti, Malaspina, Mazzei, Michon Pecori-Giraldi Suarez de la Concha, all’archivio degli artisti della Nuova Tinaia, a quelli di Santo Spirito, San Niccolò del Ceppo, del Seminario Vescovile di Pontremoli e del Fondo Antico dei Padri Francescani dell’ex Convento di Soliera; fino a quelli delle Scuole e delle Accademie come quella di Belle Arti di Firenze, la Chigiana, il Conservatorio Cherubini, la Scuola Normale di Pisa e ancora gli archivi del Maggio Fiorentino, dell’editore Giunti, del Centro Pecci, l’Aboca Museum e la Casa della carta di Pescia; infine gli archivi dei Comuni che vantano radici antiche fino a quelli delle grandi famiglie toscane come quelli di Bagnone in Lunigiana e di Santa Maria a Monte nelle Terre di Pisa. E infine gli archivi di alcune contrade senesi – la Capitana dell’Onda, la Chiocciola e la Tartuca. Da notare: attenzione, dato il numero limitato dei posti disponibili, è richiesta la prenotazione.

Il lungo elenco di archivi aperti gratuitamente al pubblico in occasione di “Archivi.doc-Carte in dimora” ne conta sei che aderiscono per la prima volta: a Firenze l’Archivio Andrea Marescalchi, l’Archivio Brewster Peploe, l’Arcton Ets: Archivi di Cristiani nella Toscana del Novecento, Archivio Storico del Centro Studi Musicali Ferruccio Busoni, Biblioteca e Archivio Convento Santo Spirito Firenze dei Padri Agostiniani mentre a Prato l’Archivio Michon Pecori-Giraldi-Suarez de La Concha.

Accanto a questi – viene fatto rilevare – un’altra importante collaborazione crea un ponte tra le generazioni: sette dimore storiche sabato 11 ottobre proporranno ai visitatori la navigazione di una delle sette mostre virtuali realizzate attingendo ai documenti iconografici di grandi archivi toscani dal Centro Patos, il Centro Internazionale di Studi sul Paesaggio in Toscana istituito presso l’Università per Stranieri di Siena.

Nelle scorse edizioni di “Carte in Dimora”, più di cento archivi e biblioteche di dimore storiche su tutto il territorio nazionale sono stati aperti al pubblico: «Hanno dischiuso – tengono a sottolineare gli organizzatori – memorie del passato accompagnando i visitatori con storie, tradizioni, invenzioni ed eventi che sono alla base non solo della nostra identità e del nostro senso del bello, ma anche del nostro modo di fare impresa con le origini delle nostre eccellenze per le quali siamo apprezzati in tutto il mondo e capaci di interpretare la realtà di oggi».

L’iniziativa ha ricevuto il patrocinio del ministero della cultura, della Commissione nazionale italiana per l’Unesco e dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani.

Pubblicato il
2 Ottobre 2025

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