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IN TAVOLA

Cibi a base vegetale, le famiglie li comprano ma l’Europa dà l’altolà

E un fondo veneto rileva il controllo di Biolab, il terzo polo italiano

GORIZIA. L’annuncio arriva nel giorno in cui l’Unione Europea annuncia provvedimenti contro i cibi vegetariani accusati di copiare troppo da vicino denominazioni che richiamino prodotti di carne, il cosiddetto “meat sounding”: mai più “hambuger di tofu”, altolà alle “polpette vegan”. Proprio mentre arrivano segnali che questo settore – quello degli alimenti a base vegetale, i “plant based” insomma – ha “ormai preso il volo anche in Italia”: secondo gli ultimi dati raccolti da YouGov Shopper, nel 2024: oltre 15 milioni di famiglie hanno acquistato prodotti plant-based, generando una penetrazione di oltre il 59,3% sul totale nazionale”. È l’indizio che non sono più relegati ai consumi di una nicchia ma, al contrario, sono finiti sulla tavola e nel menù quotidiano di buona parte delle famiglie come una abitudine nella spesa.
E c’è dell’altro: “I fondi di investimento – viene fatto rilevare – ci vedono lungo e conoscono bene i settori in forte espansione. Non a caso Fvs Sgr, società controllata dalla finanziaria regionale Veneto Sviluppo ha acquisito adesso una partecipazione del 53% nel capitale di Biolab, società goriziana specializzata in alimenti plant based, diventandone socio di maggioranza”. A dirlo è proprio l’azienda goriziana sottolineando che invece “l’Europa non sembra recepire il cambiamento e si ostina a voler penalizzare un comparto che oltre a incontrare sempre più i gusti dei consumatori è in linea con la transizione ecologica tanto auspicata dalla stessa Europa”. Detto per inciso, dopo che nel settembre di due anni fa sono usciti dalla compagine dei soci alcuni gruppi bancari privati, Veneto Sviluppo spa è una società in mano completamente alla Regione Veneto.
Biolab ricorda che “con 355 voti favorevoli e 247 voti contrari, la plenaria del Parlamento europeo ha approvato un emendamento voluto dai Popolari che mette al bando l’uso di denominazioni di origine animale per prodotti derivati da proteine vegetali”.
Da leggere così: dal 2028, “appena terminato l’iter normativo”, le aziende produttrici, come Biolab, non potranno più utilizzare in etichetta denominazioni come “burger veg”, o “hamburger di soia”, o “polpette di ceci”. “Sono a oggi 28 – dice Biolab – le denominazioni che sono entrate nella lista nera del regolamento, è “una penalizzazione importante per un settore che sta diventando trainante”.

Massimo Santinelli, Biolab

“Certo è assai strano – dice Massimo Santinelli, fondatore e amministratore delegato di Biolab – che mentre si continua a parlare di transizione ecologica e a chiedere ai cittadini comportamenti più responsabili e sostenibili, a partire dalle scelte alimentari, poi dall’Europa arrivi una forte penalizzazione per un settore che rappresenta, ad oggi, un’alternativa valida al consumo di proteine animali”.
Parliamo anche di un comparto in grande crescita e che sta creando da anni un’economia importante intorno alla filiera, a partire dalla produzione delle materie prime, dicono dal quartier generale dell’azienda.
“Il recente rapporto di Circana, una società di analisi di mercato, analizzato dall’organizzazione no profit Good Food Institute Europe, – viene messo in evidenza – ha studiato gli andamenti di cinque tipologie di prodotti a base vegetale: sostituti della carne, latte, formaggi, yogurt e panna, fornendo dati interessanti sulla crescita di mercato che è stato valutato in 639 milioni di euro nel solo 2024 per cinque categorie di prodotti analizzati e ha visto un aumento del volume complessivo delle vendite del 6,9% in due anni.
Il latte – si afferma – resta il prodotto vegetale preferito, rappresentando il 50,7% del mercato (nel 2024), ma sta crescendo molto il mercato dei sostituti vegetali della carne, il cui valore di vendita è stato di 228 milioni di euro nel 2024 con una variazione del 29,5% dal 2022 al 2024.
Biolab ricorda che sei anni fa fatturava otto milioni e ora chiude il 2025 a 26 milioni.  Una progressione dovuta – si sostiene – “non solo alle mutate sensibilità di consumo ma anche agli investimenti nel settore ricerca e sviluppo, che ha portato all’ampliamento del portafoglio prodotti: oltre a tofu, seitan e tempeh, anche affettati vegetali, gastronomia e prodotti alternativi al pesce”.
Con la nuova operazione finanziaria e il supporto di Fvs, Biolab punta ora a introdurne di nuovi ma anche ad accrescere la penetrazione commerciale sul mercato domestico ed estero.

“L’azienda già da diversi anni gode di buona salute e vista la crescita a doppia cifra del mercato di alimenti a base vegetale, abbiamo deciso di aprire ai fondi di investimento e abbiamo trovato in Fvs un partner in grado di accompagnarci in un incremento importante dal punto di vista industriale”, spiega Santinelli.

A confermare la minore affezione verso la carne da parte dei consumatori,  oltre al rapporto di Circana, c’è l’indagine sui consumi alimentari realizzata dal Crea nel 2023: gli italiani – si legge nel report – stanno velocemente cambiando abitudini, “il 51% ha ridotto il consumo di carne per questioni ambientali, mentre l’11% non la consuma affatto”. Altri dati, provenienti dal progetto europeo Smart Protein, secondo quanto viene ribadito, rivelano che “nel 2024 il 59% degli italiani ha ridotto il consumo di carne animale, principalmente per motivazioni legate alla salute e alla tutela dell’ambiente”. Da Biolab fanno notare che stiamo parlando della percentuale più alta tra i Paesi presi in esame. L’Italia, inoltre, è “in testa alla classifica anche quando si tratta di consumo e accettazione delle proteine di origine vegetale”.

“È il segnale – conferma Santinelli – che i consumatori italiani sono più avanti della politica e sempre più consapevoli di quanto le loro scelte alimentari incidano su ambiente, clima e salute. Ci auguriamo che l’iter normativo alleggerisca la penalizzazione complessiva votata dall’Europarlamento e che l’Europa rimanga coerente con gli intenti annunciati di transizione sostenibile e di benessere animale. In questa ottica, facilitare il passaggio dal consumo di carne ai prodotti a base vegetale ci sembra un atto dovuto”.

Nata nel 1991 come laboratorio artigianale, Biolab sottolinea fi essere “oggi al terzo posto in Italia per la produzione e di alimenti biologici, vegetariani e a base vegetale”. Con tre stabilimenti a Gorizia e uno a San Daniele del Friuli, acquisito nel 2025 dal salumificio Brendolan, e 150 dipendenti, ha chiuso il 2024 con un fatturato di 22 milioni.

Pubblicato il
9 Ottobre 2025

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