In arrivo la riforma: farà nascere la super Authority dei “Porti d’Italia”
Società di diritto privato ma in mani 100% pubbliche: i ministeri delle infratrutture e dell'economia

Il quartier generale del ministero delle infrastrutture e dei trasporti a Roma, zona Porta Pia
ROMA. Sta per arrivare, finalmente, la tanto attesa riforma portuale. A firma del viceministro del ministero delle infrastrutture e dei trasporti, Edoardo Rixi, segnerà la nascita di una “super Authority”, una società di diritto privato ma a capitale interamente in mano ai due ministeri: infrastrutture e trasporti insieme a economia e finanze. Si chiamerà “Porti d’Italia” e avrà il compito di «promuovere e sviluppare» la rete italiana dei porti indirizzando i finanziamenti dello Stato per le infrastrutture portuali.
La società, esclusivamente pubblica (paritetica tra i due ministeri, infrastrutture-trasporti e economia-finanze) avrà un capitale iniziale di 500 milioni e un consiglio d’amministrazione di 5 membri presieduto da quello designato dalla presidenza del consiglio. Gli altri quattro spettano alla pari ai ministeri delle infrastrutture e dell’economia.

A destra: il viceministro Edoardo Rixi durante un sopralluogo alla vasca di colmata di Livorno nel febbraio 2025
Secondo Rixi questo controllo unificato nella “Porti d’Italia” dovrà evitare le attuali lungaggini burocratiche e gli attuali frequenti bracci di ferro tra i vari ministeri: coordinando finalmente la nascita e lo sviluppo delle grandi infrastrutture, oggi spesso duplicate anche tra scali vicini in un contesto di concorrenza tra di essi inutile se non addirittura lesiva.
A.F.