Le imprese ultracentenarie in cerca di futuro ai tempi dell’intelligenza artificiale
Firenze ne diventa la capitale: in “conclave” sabato 15

Foto di gruppo Unione Imprese Centenarie all’ultimo incontro a Brolio, presso azienda Barone Ricasoli 1141
FIRENZE. Quando è nata la più antica di questo gruppo di imprese, non c’erano né il web né lo smartphone: se è per questo non c’erano nemmeno né il telefono né l’elettricità, anzi nemmeno l’Italia e neanche la lingua italiana, manco la scuola elementare o la stampa dei libri. In effetti, la più antica delle aziende che si sono date appuntamento a Firenze per il 15 novembre ha qualcosa come 884 anni. Risale al 1141: la “Divina Commedia” era di là da venire e anche san Francesco non aveva ancora segnato il mondo.
L’Unione Imprese Centenarie Italiane (UicItalia) è stata fondata a Firenze un quarto di secolo fa esatto e raggruppa i marchi, siano essi familiari o no, con almeno cent’anni di storia alle spalle con la propria attività made in Italy. Ad oggi le imprese centenarie che aderiscono all’Unione sono 53, dalla Lombardia alla Puglia, dalla Liguria alle Marche.
Firenze ne diventa la capitale. E la location è l’auditorium della Fondazione Cr Firenze: situata, manco a dirlo, nella via intitolata a Folco Portinari, il banchiere padre della Beatrice di Dante Alighieri. È lì che sabato 15 a partire dalle ore 10 è previsto il convegno dell’Unione Imprese Centenarie italiane. Il titolo è tutto un programma: “Longevità aziendale e costruzione del futuro: “heritage”, intelligenza artificiale e persone”. In preventivo la partecipazione di istituzioni, università e soprattutto aziende storiche italiane. Il confronto verterà su cosa significa essere un’impresa longeva: è «un valore – spiegano gli organizzatori – che non si misura solo negli anni di attività, ma nella capacità di innovare restando fedeli alla propria identità».
L’evento può contare sul patrocinio del ministero della cultura, della Regione Toscana, del Comune di Firenze, di Confindustria Toscana e dell’Università di Firenze. Nel menù un susseguirsi di interventi, testimonianze e riflessioni sul rapporto tra tradizione, tecnologia e capitale umano. Compresa la consegna del premio di laurea UicItalia 2025 e del premio Centum 2025, riconoscimenti dedicati rispettivamente alle nuove generazioni e alle personalità che meglio incarnano i valori dell’impresa italiana.

Fortunato Amarelli, presidente Unione Imprese Centenarie Italiane
«Essere un’impresa centenaria non significa solo aver resistito al tempo, ma averlo saputo interpretare e vivere nella maniera giusta», tiene a sottolineare Fortunato Amarelli, presidente della Unione Imprese Centenarie Italiane. «La vera longevità – afferma – è la capacità di evolvere senza perdere coerenza, di innovare senza rinunciare alla propria anima. È questo il messaggio che vogliamo trasmettere: il futuro dell’impresa italiana si costruisce con le persone, con la cultura e con la consapevolezza delle proprie radici».











