Ancona punta sul progetto del futuro terminal crociere chiesto da Msc
Primo faccia a faccia fra la Regione Marche e l’Authority di Garofalo

L’assessore regionale delle marche Giacomo Bugaro e il presidente Authority di Ancona Vincenzo Garofalo
ANCONA. Al di là dell’elettrificazione delle banchine (9 milioni di investimento e collaudo previsto nei tempi entro fine giugno) che è comune a parecchi scali del Bel Paese, nel menù degli interventi nel porto di Ancona – la principale infrastruttura logistica delle Marche – c’è la realizzazione della banchina 27 con tanto di quattro ettari di piazzale. Completamento dei lavori e collaudo sono in preventivo entro fine 2028. Da qui a fine mese l’Authority marchigiana consegnerà al ministero dell’ambiente la documentazione per la “Via” (valutazione impatto ambientale) e per la “Vas” (valutazione ambientale strategica) riguardante il progetto del molo Clementino, che è destinato ad accogliere il nuovo terminal crociere richiesto da Msc.
Sempre in questo campo sono in agenda la realizzazione del nuovo terminal passeggeri-crociere alla banchina 15 (valore 7,2 milioni di euro, bando lavori entro dicembre prossimo e completamento per la stagione crocieristica 2027) così come la riorganizzazione delle banchine 19, 20 e 21 per il trasferimento dei traghetti dal Porto storico (con gara entro gennaio prossimo).
Sono questi alcuni degli argomenti finiti al centro del dialogo che in mattinata hanno avuto, come primo incontro istituzionale, la Regione Marche (con il nuovo assetto uscito dal recente voto che ha premiato la giubta di centrodestra uscente) e l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale (guidata dal presidente Vincenzo Garofalo). Occhi puntati sull’analisi delle principali opere previste nel piano degli investimenti per il porto di Ancona, vista come «infrastruttura chiave per lo sviluppo economico e logistico della regione».
Per la Regione Marche erano presenti l’assessore Giacomo Bugaro (deleghe a porto, aeroporto e interporto) Giacomo Bugaro e il capo del dipartimento infrastrutture Nardo Goffi mentre per l’Autorità Portuale erano al tavolo il presidente Vincenzo Garofalo e il dirigente della direzione tecnica Gianluca Pellegrini.
C’è da dire che, a parte interventi anche rilevanti, la chiave è il fatto che «è in corso anche la definizione del nuovo piano regolatore portuale: l’adozione preliminare è preventivata per la primavera prossima mentre l’approvazione definitiva è attesa «nei primi mesi del 2027». A ciò si aggiunga che il piano delle opere mette sulla rampa di lancio anche il dragaggio dei fondali («con lavori da completare entro il 2026») e gli interventi sull’area ex Tubimar («dove entro gennaio prossimo verranno avviati sia il bando per la concessione degli spazi ai cantieri nautici sia la demolizione del manufatto distrutto da un incendio nel 2020»).
Nel faccia a faccia fra Regione e Authority, secondo quanto riferito, è stato puntato il faro sulle «opere strategiche che ridisegneranno il futuro dello scalo dorico, con particolare attenzione alla sostenibilità, all’efficienza logistica e alla valorizzazione del traffico passeggeri e commerciale».
Per l’assessore Bugaro è importante la rilevanza strategica dell’incontro e del metodo di lavoro condiviso: «Il porto di Ancona è la più importante infrastruttura economica e logistica delle Marche. È parte integrante della strategia di sviluppo regionale e su di esso la Regione ripone grande attenzione. È fondamentale mantenere un’interlocuzione continua e costruttiva con l’Autorità Portuale. Questo incontro rappresenta l’inizio di un percorso condiviso che mira a valorizzare il porto come volano di crescita, innovazione e sostenibilità per l’intera regione».
Il presidente Garofalo mette l’accento sul fatto che il primo confronto con l’assessore Bugaro «conferma l’approccio di collaborazione istituzionale che ha sempre contraddistinto l’operato dell’Autorità di Sistema portuale». Aggiungendo poi: «La volontà è quella di operare in sinergia per promuovere lo sviluppo dei porti dell’Authority, delle infrastrutture e dei servizi per rispondere alle esigenze della comunità portuale-marittima e intercettare nuove opportunità di mercato, e per programmarne il suo futuro attraverso la definizione del nuovo piano regolatore portuale».











