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LOGISTICA E RISCHI

La geopolitica choc preoccupa le imprese più dell’intelligenza artificiale

L’Osservatorio del Sant’Anna: il 38% riduce l’esposizione verso aree ad alta tensione

PISA. Il deterioramento dei rapporti tra Europa e Stati Uniti e dall’invasione dell’Ucraina con tutte le paure che ha scatenato sui confini orientali dell’Unione Europea ma anche la “terza guerra mondiale a pezzi” di cui parlava papa Francesco: ecco, di fronte alle tensioni che sbatacchiano l’assetto geopolitico planetario, in che misura questi fenomeni incidono sull’operatività quotidiana delle imprese? In particolare, quanto “pesano” nelle scelte relativamente ai processi di acquisto, alle strategie di approvvigionamento e alla gestione delle relazioni di fornitura?

Prova a dare risposta a questi interrogativi l’ultima indagine dell’Osservatorio Hopes messo in piedi dalla Scuola Superiore Sant’Anna, in collaborazione con Adaci, l’Associazione Italiana Acquisti e Supply Management. È nato – spiegano dal quartier generale dell’istituzione universitaria pisana d’eccellenza – come «piattaforma di confronto tra mondo accademico e manageriale sui temi legati alla gestione efficiente, efficace e sostenibile delle filiere»: mentre il contesto è contrassegnato da «transizione ecologica, digitalizzazione e crescenti incertezze globali», l’Osservatorio punta a «offrire analisi e strumenti per supportare le imprese italiane nell’adattamento a mercati in rapido mutamento, caratterizzati da nuove esigenze di risorse, competenze e capacità organizzative».

Tra le iniziative promosse – viene sottolineato – c’è “Insight” come uno dei progetti di punta: una sorta di “termometro” costituito da «una serie di “instant survey” «dedicate alla raccolta tempestiva di opinioni e dati provenienti da manager e imprese su temi di attualità strategica».

Meglio lasciar parlare i dati: ebbene il “polso” della realtà operativa dice che «il 38% delle imprese intervistate dichiara di aver incrementato la diversificazione dei fornitori per ridurre l’esposizione verso aree considerate a rischio geopolitico, il 24% ha optato per un rafforzamento degli stock di sicurezza mentre il 21% ha avviato azioni di accorciamento della catena di fornitura». Risulta più contenuta, invece, la quota di aziende impegnate nella diversificazione dei modelli di business (17%) o in processi di integrazione verticale (6%): sono queste strategie che richiedono «una revisione strutturale dei modelli operativi e un maggior livello di investimento».

Il team dell’Osservatorio segnala che alle imprese che hanno risposto è stata data la possibilità di indicare più azioni in risposta alle tensioni geopolitiche, in modo da riflettere la pluralità di iniziative potenzialmente in corso. Le percentuali riportate esprimono pertanto la frequenza di ciascuna azione sul totale dei rispondenti e non sommano a 100%.

Quanto alla percezione del rischio, dall’analisi emerge che le imprese rispondenti stimano che le tensioni geopolitiche possano interessare «il 24% del valore economico annuo degli acquisti complessivi, il 19% dei volumi e il 16% dei contratti di fornitura»: beninteso, stiamo parlando «di stime previsionali e non di impatti già in atto», ma secondo i ricercatori rappresentano «un indicatore significativo per la pianificazione di strategie di mitigazione e risposta».

Ai partecipanti è stato infine chiesto di confrontare il peso delle attuali tensioni geopolitiche con altri grandi trend in atto: transizione sostenibile (Esg), ciclicità settoriale e digitalizzazione (in particolare, adozione dell’intelligenza artificiale nei processi aziendali). Risultato: preoccupa di più il terremoto della situazione geopolitica (62-65% rispetto agli altri macro-trend). Con una conseguenza: si segnala «un’attenzione crescente delle imprese verso la stabilità delle filiere e la sicurezza degli approvvigionamenti».

Dal punto di vista della metodologia, vale la pena di indicare che l’indagine è stata condotta su un campione di 197 manager appartenenti a imprese di diversi settori, tra cui manifatturiero, energia, logistica e pubblica amministrazione.

Pubblicato il
25 Novembre 2025

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