La formazione in porto ora è tech e si fa con i simulatori immersivi
La realtà aumentata al centro, l’Authority livornese capofila del progetto

Progetto di formazione con Authority di Livorno in capofila
LIVORNO. Le chiamano “tecnologie Xr” per indicare quell’ “extended reality” in cui, mediante una esperienza immersiva la percezione del mondo reale si amplifica attraverso l’uso di elementi virtuali. L’uso di questi strumenti per incrementare lo spessore della formazione è stato l’aspetto più innovativo del progetto contrassegnato da quattro giorni di “mobilità formativa” nel nome dell’esigenza di «apprendere l’uso di nuove tecnologie immersive di realtà estesa», come spiegano dal quartier generale di Palazzo Rosciano, sede dell’Authority livornese.
Cosa c’entra l’istituzione labronica se questo progetto ha preso corpo a Venezia? Il motivo è presto detto: è stata coinvolta una dozzina di lavoratori portuali, la metà dei quali provenienti da Livorno. Anche mediante simulatori immersivi hanno potuto «vivere esperienze realistiche e interattive, simulando operazioni navali e di movimentazione con gru, per migliorare le abilità tecniche e decisionali in scenari complessi». Con un traguardo: sviluppare competenze trasversali e creare una rete di contatti professionali a livello europeo.
È il nuovo passaggio del progetto europeo “NeXTrain.Ports”, cofinanziato dal programma “Erasmus+”, che vede nei panni di capofila proprio l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale. Questo round si è svolto a Venezia: sono stati approfonditi – viene riferito – i temi della sostenibilità e della transizione energetica applicati al contesto portuale, analizzando casi concreti e soluzioni adottate nel porto di Venezia. A ciò si aggiunga che è stato dato spazio agli aspetti riguardanti la digitalizzazione e la sicurezza, compresi «esempi pratici di applicazione delle tecnologie nei processi operativi».
Da non dimenticare che la formazione è stata arricchita da visite ai principali terminal del porto e al sistema “Mose”, la barriera contro l’acqua alta a Venezia: tutto questo – è stato evidenziato – ha permesso di «osservare direttamente le dinamiche operative e le infrastrutture strategiche per la protezione della città e la gestione dei flussi marittimi».
La prossima tappa del progetto è prevista a Valencia nel prossimo mese di febbraio: al centro dell’attenzione l’evoluzione dei profili relativi all’innovazione digitale e alla transizione “verde”.











