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L'INCHIESTA

Livorno campa a rate, nessun’altra provincia ha più indebitati

Cosa raccontano le cifre choc delle statistiche dietro mutui e prestiti personali

LIVORNO. Non esiste provincia che abbia una percentuale di persone indebitate più alta di quella di Livorno, nessuna fra le oltre cento del Bel Paese. In cifre: il 76,9% della popolazione maggiorenne ha sulle spalle un credito attivo, che si tratti di un mutuo, di un prestito personale o di un “prestito finalizzato”, cioè di un acquisto a rate). Più di tre su quattro. Primi nella classifica che è una sorta di “mappa” dell’indebitamento messa nero su bianco dal quotidiano confindustriale “Sole 24 Ore” sulla base dei dati Crif e Istat: primi per distacco, visto che Livorno svetta per più di tre punti sulla seconda in graduatoria (Massa con 73,8%) e di oltre il doppio su chi arriva dopo le prime cinque (Pisa è sesta con il 70,5%).

Basterebbe forse questo per saltare sulla sedia. Bisogna però gettare lo scandaglio un po’ più in profondità: anche perché l’ammontare del debito medio residuo non è poi così drammatico. Ok, si tratta pur sempre di 34.735 euro, secondo quanto risulterebbe se avessimo tirato la riga del totale alla fine del giugno scorso: un importo del genere ci piazza a metà classifica. Più di 3mila al di sopra della media nazionale (31.637 euro), e comunque ci sono almeno 41 province in cui la somma è più rilevante: in 22 province si sorpassa la soglia dei 40mila euro, a Bolzano e a Milano si schizza oltre quota 50mila.

Ma l’équipe del giornale economico ha misurato anche la “febbre” di questo indebitamento analizzandone la sostenibilità economica in rapporto ai soldi che girano nelle tasche delle famiglie: l’ha fatto territorio per territorio in rapporto alle retribuzioni medie dei lavoratori dipendenti. Anche qui la sorpresa non è di quelle che strappano il sorriso: il debito medio che grava sul bilancio domestico dei livornesi sfiora il 131% dello stipendio medio annuo. Anche in questo caso Livorno fa (quasi) caso a sé in Italia: soltanto in provincia di Grosseto (134,4%) e in quella di Prato (142,3%), l’indebitamento è così pesante in rapporto allo stipendio medio. A livello nazionale la media non oltrepassa la soglia dell’80%.

Per ripagarlo interamente ci vorrebbero 22,1 buste paga destinate del tutto a saldare la pendenza (contro le 17 su scala nazionale).

È la conferma che Livorno è terra di “cicale” spendaccione? I livornesi vivono al di sopra delle proprie possibilità e, tramite la leva del credito, trasformano in capacità di spesa nell’oggi anche i redditi di domani e perfino forse di dopodomani? In parte sì. Però non del tutto: c’è da tener presente – lo dice anche il “Sole 24 Ore” facendo parlare un funzionario del Crif – la «maggiore fiducia nel credito come strumento di gestione economica familiare» così come «un tessuto economico dinamico e un mercato immobiliare in crescita». Da tradurre così: nessuno si sognerebbe di considerare come sommo bene per una azienda l’indebitamento zero, vorrebbe anzi dire che quell’impresa non fa investimenti e punta tutt’al più a galleggiare anziché a crescere. È l’aspettativa di crescita a generare credito (e debiti): so talmente bene che domani avrò più soldi di oggi che posso permettermi di acquistare oggi beni pure caricandomi di debiti.

L’aspettativa di crescita o, altro lato della medaglia, la disperazione dell’andare a caccia del modo per tappare le buche in qualche modo. Così come ambivalente è l’aumento delle compravendite immobiliari: sono indice di una fase di prosperità che consente alle famiglie di acquistare una casa più grande? O, viceversa, è lo smottamento del risparmio accumulato nel “mattone” dalle generazioni precedenti e ora smobilizzato per avere liquidità e far fronte alle incombenze del presente?

Un segnale interessante possiamo ritrovarlo dalle informazioni del Crif, che passano al setaccio l’utilizzo del credito da parte dei cittadini nel primo semestre di quest’anno analizzando i dati disponibili in Eurisc, sistema di informazioni creditizie gestito dalla centrale bolognese Crif che mette insieme cosa avviene in «oltre 85 milioni di posizioni creditizie». Ecco cosa dice: la composizione dell’indebitamento in provincia di Livorno dice che il 52,1% deriva dagli acquisti a rate. Può essere una abitudine? una maggiore penetrazione degli istituti che si occupano di credito al consumo? Fatto sta che nella parte del Bel Paese che sta a nord di Roma anche questo dato livornese fa caso a sé: in questa metà d’Italia solo la provincia di Massa Carrara ha un indebitamento con il baricentro così spostato sui prestiti finalizzati.

Mauro Zucchelli 

Pubblicato il
28 Dicembre 2025
di MAURO ZUCCHELLI

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