Il risiko delle telecomunicazioni negli abissi: l’italiana Prysmian compra il “gioiello” tech
Dietro l'alleanza con Fincantieri il sistema Italia sul fronte delicatissimo dei cavi sottomarini

MILANO. Non è davvero la prima volta che la “Gazzetta Marittima” mette l’accento sulla svolta che è stata data all’importanza strategica del “regno degli abissi” (o alla dimensione subacquea, se vogliamo chiamarla come il polo pubblico-privato che il Sistema Italia ha messo in piedi con l’alleanza fra strutture militari al massimo livello, istituzioni, grande industria pubblica e imprenditorialità privata, centro di ricerca e atenei). Con una doppia sottolineatura: da un lato, è sulla superficie del mare che viaggia perlomeno l’80% dell’export che fa dell’Italia una potenza economica; dall’altro, è in fondo al mare che corrono i cavi sottomarini diventati così indispensabili per spostare soldi e affari a livello planetario.
È in questa seconda chiave che si va letta una mossa sullo scacchiere che solo uno sguardo poco attento potrebbe ritenere una fra le tante acquisizioni sul palcoscenico economico-finanziario quotidiano. Ogni riferimento non è affatto casuale se riguarda la joint venture guidata da Prysmian (con l’80% in tandem con Fincantieri socio di minoranza al 20%). L’alleanza Prysmian-Fincantieri ha firmato un accordo per acquisire Xtera, società con sede nel Regno Unito e negli Stati Uniti, azienda di primo piano nel mercato dei sistemi “chiavi in mano” di telecomunicazioni sottomarine. Quanto basta per salire Prysmian di diventare un operatore globale competitivo nel settore. Ovviamente l’acquisizione di Xtera rimane soggetta alle approvazioni come da copione regolamentare: è da prevedere che il completamento della transazione possa avvenire «nel primo trimestre del 2026», dice l’azienda.
Il contesto e la geopolitica
È sempre più fondamentale – a maggior ragione in contesti di tensioni geopolitiche in cui lo scontro fra potenze esportatrici comporta anche episodi dubbi al limite della “guerra ibrida” – il controllo e la protezione delle reti di telecomunicazione sottomarine. L’idea che c’è dietro questa operazione economico-finanziaria è presto detta: l’aspetto di difesa (militare) è sempre più intrecciato con quello della concorrenzialità fra sistemi industriali. Come? Attraverso una maggiore integrazione di «cavi, installazione, monitoraggio e soluzioni di sorveglianza»: anche perché si stima che il boom dell’intelligenza artificiale faccia esplodere la domanda globale.
L’identikit di Xtera fa capire bene il valore di questa acquisizione: basti dire che l’impresa (con quartier generale a Londra) è una delle sole cinque aziende al mondo in grado di realizzare reti di telecomunicazioni sottomarine su scala globale. La squadra dei manager di lunga esperienza, la forte attenzione all’innovazione e un solido curriculum di risultati nella realizzazione dei progetti hanno posizionato «Xtera come uno dei provider con la più forte crescita nel mercato delle telecomunicazioni sottomarine». È specializzata in progetti sottomarini regionali e di lunga distanza: lo si deve al fatto che ha il controllo di una tecnologia proprietaria di ripetitori (e una équipe di ricerca e sviluppo all’avanguardia). Tutto questo con numeri relativamente piccoli: 60 addetti e 130 milioni di euro di fatturato.
Il gigante italiano: chi c’è dietro
Prysmian è un gigante italiano nato tanti anni fa dalla costola Pirelli che ha lasciato il settore cavi: ha sedi e fabbriche in mezzo mondo ma il quartier generale è a Milano e una serie di stabilimenti è in Italia, fra i quali uno a Livorno in zona Picchianti (gli altri sono a Pozzuoli, Giovinazzo, Merlino, Pignataro Maggiore e Quattordio). Con un fatturato annuo attorno ai 15 miliardi è fra le prime dodici aziende del Paese: è una “public company” in cui fra i tanti azionisti emergono con quote fra il 4% e il 7% giganti della finanza come BlackRock, Amundi, T. Rowe Price e Vanguard. Nel settore cavi, soprattutto ad altissima tecnologia, è il primo operatore al mondo.
Se anni fa il blitz per acquistare General Cable ha creato un operatore kolossal, adesso si tratta della acquisizione di Xtera dalle mani di una affiliata Hig Capital, società finanziaria che si occupa a livello globale di investimenti alternativi (attualmente ha 72 miliardi di capitale in gestione).

Oltre alla joint venture per l’acquisizione, Prysmian e Fincantieri hanno esteso l’alleanza a una serie di servizi innovativi di installazione e sicurezza, con l’obiettivo di offrire un modello “one-stop shop” – cioè con tutti i passaggi concentrati in un sol colpo – per soluzioni complete di telecomunicazioni sottomarine. «Grazie alla partnership e alla joint venture, si rafforza ulteriormente il ruolo di Fincantieri come leader dell’integrazione di sistemi sottomarini all’avanguardia», viene sottolineato nel comunicato congiunto. È da aggiungere che Prysmian rende noto che sta compiendo con Fincantieri una valutazione per capire se estendere la collaborazione «anche al settore dei cavi sottomarini per l’energia».
Il nuovo fronte caldo: le telecomunicazioni in fondo al mare
Nel dare notizia di questa alleanza, Prysmian e Fincantieri mettono l’accento sul fatto che le telecomunicazioni sottomarine rappresentano il futuro e hanno «solide prospettive di crescita nel lungo periodo». Secondo i protagonisti dell’affare, questo campo è alle prese con una rivoluzione in cui il domani e già declinabile al presente: l’adozione dell’intelligenza artificiale – viene ribadito – sta «alimentando l’espansione dei data center» e dei colossi del “cloud computing” che hanno in mano gigantesche infrastrutture di data center globali in grado di offrire «servizi di calcolo e storage scalabili a miliardi di utenti e aziende, offrendo potenza di elaborazione, storage e servizi a valore aggiunto».
Al valore high tech si aggiunge anche l’aspetto della sicurezza: «Sarà un elemento centrale dell’offerta di Prysmian e le sue competenze – si afferma – consolidate nel monitoraggio, nell’installazione e nella produzione dei cavi saranno integrate con quelle di Fincantieri». Quest’ultima conferma il proprio ruolo di guida nello sviluppo di soluzioni integrate per l’universo sottomarino».

Queste le parole di Raul Gil, vicepresidente esecutivo di Prysmian settore trasmissioni di Prysmian: «Grazie all’acquisizione di Xtera abbiamo eseguito un passo avanti significativo nel settore delle telecomunicazioni sottomarine, che sta registrando una crescita accelerata trainata dall’intelligenza artificiale. Per completare la nostra offerta in qualità di leader nel mercato dei cavi sottomarini per l’energia, saremo ora ancora più competitivi nel garantire collegamenti telecom regionali e a lunga distanza su scale globale. La sicurezza rappresenta un elemento distintivo per i nostri clienti e, anche grazie a questa partnership con Fincantieri, saremo in grado di offrire al mercato soluzioni uniche e tecnologicamente avanzate, secondo un modello “one-stop shop”».
Ecco la dichiarazione di Pierroberto Folgiero, amministratore delegato e direttore generale di Fincantieri: «Questa operazione rappresenta un passo significativo nell’attuazione della nostra visione industriale, che individua il settore sottomarino come uno dei pilastri strategici del gruppo, oggi e in futuro. Coprendo ogni ambito di questo settore – anche attraverso partnership con aziende leader come Prysmian – rafforziamo la nostra capacità di anticipare le sfide globali e di guidare l’innovazione lungo l’intera catena del valore. In un mondo in cui le infrastrutture sottomarine sono sempre più fondamentali, Fincantieri punta a essere un leader e un punto di riferimento nello sviluppo di soluzioni integrate e sostenibili».
Così il commento di Keith Henderson, amministratore delegato di Xtera: «Questo investimento rappresenta un importante traguardo nel percorso di Xtera, volto a rafforzare ulteriormente la nostra posizione competitiva nei sistemi di telecomunicazione sottomarina. Siamo entusiasti di collaborare con Prysmian e Fincantieri per offrire un’ancora più ampia integrazione lungo l’intera catena del valore agli operatori telecom e ai proprietari privati di sistemi sottomarini».











