Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Carpensalda vara maxi-yacht

E’ lo scafo di un Benetti da 60 metri destinato all’allestimento a Livorno

Il varo del maxi-yacht.

Bruno Lotti

PISA – Uno degli scafi più grandi, realizzati dalla ditta livornese Carpensalda per il cantiere Benetti del gruppo Azimut (60 metri di lunghezza e 300 tonnellate di peso) è stato varato nel cantiere nella Darsena Pisana ex Fashion Boats grazie a due potenti gru da 800 tonnellate. Lo scafo nudo costruito da Carpensalda sul progetto Benetti è in acciaio ad alta resistenza mentre le sovrastrutture sono in lega leggera.
[hidepost]

La famiglia Lotti.

La costruzione, sotto il controllo dei Lloyd’s Register, dei tecnici della Benetti e dell’armatore, ha richiesto una decina di mesi di lavoro con l’impegno di circa 80 unità lavorative.
Con quest’ultimo scafo, Carpensalda ha consegnato a Benetti oltre 22 yachts, con il record assoluto di uno scafo di 65 metri l’anno scorso. La qualità delle sue lavorazioni è stata riconosciuta sia dai registri navali di sorveglianza, sia alla Benetti che ha fatto dell’eccellenza il suo punto d’onore.
“Considerando il momento di crisi che il paese e la nostra città stanno attraversando – ha detto il fondatore e titolare di Carpensalda, cavalier Bruno Lotti – la nuova realizzazione per conto di Benetti ha un significativo valore anche per i tanti che ci hanno lavorato. E proprio a loro che vanno i nostri ringraziamenti per l’impegno profuso e per l’ottimo risultato ottenuto”.
A confermare questa eccellente qualità di lavorazione, Carpensalda è stata adesso chiamata a costruire una delle ammiraglie di Benetti, uno scafo di 95 metri che sta nascendo all’interno del cantiere affacciato sulla darsena Morosini. La “location” di Carpensalda sulla Darsena Pisana del canale dei Navicelli non è infatti adatta a costruzioni così’ grandi, non tanto per gli spazi a terra quanto perché i tanti ponti sul canale dei Navicelli e la loro limitata luce ne impediscono il rimorchio verso il mare.
Tanto che nel progetto di rendere il canale dei Navicelli una via d’acqua praticabile anche dai più grandi yachts – progetto che è stato presentato a Pisa e che interessa anche gli altri numerosi grandi cantieri che si sono trasferiti sui Navicelli, a cominciare da Codecasa – c’è anche un sistema di chiuse che dovrebbe consentire di passare sotto il ponte dell’autostrada – il più basso sul canale – facendo scendere di qualche metro gli scafi in corrispondenza del viadotto.

[/hidepost]

Pubblicato il
16 Febbraio 2013

Potrebbe interessarti

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora

La vendetta e il perdono

Dunque, la solidarietà del presidente della Toscana con Luciano Guerrieri è durata, in ossequio agli ordini di partito, l’espace d’un matin, come dicono i francesi. Anche Giani, che aveva giurato di difendere Luciano alla...

Leggi ancora

Riforma e porti in vendita

Come volevasi dimostrare: le indicazioni (attenti: sono nomi proposti, non ancora promossi ufficialmente) per i nuovi presidentI di Autorità di Sistema Portuale (AdSP), peraltro significative sul metodo, hanno sturato il vaso di Pandora. Tutti...

Leggi ancora

So che sanno che sappiamo

Niente paura, il gioco di parole del titolo non riguarda voi lettori. Vorrebbe essere, appunto, un gioco rivolto chi continua a ritardare l’attesissima e indispensabile riforma portuale, con annessi e connessi. Sia chiaro che...

Leggi ancora

Drill baby, drill

La guerra dei dazi annunciata da Trump sta innescando una inedita rivoluzione non solo commerciale, ma anche politica. E le rivoluzioni, come scriveva Mao nel suo libretto rosso, “non sono un ballo a corte”....

Leggi ancora