Venezia: bandiera bianca?
VENEZIA – Alla vigilia del salone mondiale delle crociere di Miami, da Venezia parte il grido di dolore con una serie di paginate a pagamento sui principali quotidiani.
[hidepost]A proclamare che non ci sta ad alzare bandiera bianca è il “Venezia terminal Passeggeri Spa” con un appello che comincia così: “Venezia è l’unica città-porto storica al mondo in cui le navi bianche non sono ricercate ma contrastate”. Fondopagina con un’immagine del terminal: “Venezia, 1° homeport del Mediterraneo: una realtà di successo che può scomparire”.
La vicenda è nota e si trascina da mesi. Nata come spesso accade dall’effetto tragedia, nella fattispecie il naufragio della Costa Concordia al Giglio, la guerra veneziana alle grandi navi da crociera nel porto storico (unico passaggio per la stazione crociere) rischia secondo molti di diventare un disastro economico senza pari. Per il 2014 – recita ancora l’appello del Venezia terminal Passeggeri – “le pressioni dei vari circoli hanno indotto il governo ad ulteriori misure restrittive che hanno costretto a programmare i passaggi delle navi nel bacino San Marco in caduta del 44%”, con le comprensibili perdite economiche.
L’appello conclude invitando il governo centrale a ripristinare almeno le direttive contenute nel decreto Clini-Passera (governo Monti) o a rideterminare le misure transitorie fino a quando non sarà realizzata una via di accesso alternativa alla Stazione Marittima”.
Un “memento” che in tempi di crisi dell’occupazione suona come mazzata finale: dal 2015 gli attuali divieti genereranno la perdita fino al 60% del traffico e fino a 4500 occupati a livello nazionale (e 2500 a livello locale) con danni per centinaia di milioni di euro.
Tutte esagerazioni? Governo Renzi, se ci sei batti un colpo…
Antonio Fulvi
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