Costa Concordia, un rebus a giorni la decisione sul sito
La Compagnia ha promesso di sciogliere le riserve entro marzo – Slittano i tempi del rigalleggiamento? – La soluzione turca

Luciano Guerrieri
PIOMBINO – Ci sono molti dubbi che la promessa sarà davvero mantenuta: ma se così fosse, Costa Crociere dovrebbe annunciare entro pochi giorni, comunque alla fine del mese, la sua scelta sul sito di demolizione del relitto della “Concordia”. E il lavorìo alle costole del governo nazionale, oltre al silenzio assoluto nei confronti del governo regionale toscano – entrambi fortemente schierati per Piombino – suonano come un ripetuto campanello d’allarme sulle intenzioni della compagnia. Della serie: fin dall’inizio della sciagurata vicenda, la Costa non ha mai fatto mistero che avrebbe preferito portare il relitto ben lontano dal “teatro” italiano, fino a quel sito in Turchia, Aliaga, dove da anni fa demolire in silenzio (e non si sa con quante garanzie di rispetto delle più stringenti normative ambientali) le sue vecchie navi.
[hidepost]Confermerà Costa Crociere la scelta di Aliaga? Uno degli argomenti più forti usati fino ad oggi contro Piombino – a parte le offensive scatenate in tutti i modi da chi sembra voler reggere la coda alla compagnia delle crociere – è che non si concluderanno in tempo i lavori urgentissimi da poco avviati per creare la banchina, il piazzale e i fondali necessari al relitto. Ma in tempo quando? Il prefetto Gabrielli della Protezione Civile aveva dichiarato al governo Monti che il relitto sarebbe stato rimosso entro il prossimo maggio, in sostanza tra poco più di due mesi: una data che era già allora apparsa azzardata e che oggi sembra fantascientifica, visto che tutti gli “sponsons” da piazzare sul lato recentemente fatto emergere del relitto sono ancora fermi a Livorno, o addirittura in Fincantieri a Genova. Trasferirli al Giglio, posizionarli, fare i necessari collegamenti con le pompe che dovranno riempirli d’aria per il rigalleggiamenti, verificare la stabilità del tutto, svincolare il relitto dalla ragnatela di catenarie di altri “fermi” che hanno contrastato in questi mesi l’effetto delle mareggiate e del vento, e quindi rimettere a galla il relitto stesso per poterlo trasferire, sembra richiederà ben più di due mesi di lavoro. Certo Micoperi ha dimostrato di saperci fare e potrebbe anche fare il secondo miracolo: ma dal Giglio arrivano segnali – peraltro molto ufficiosi – da parte dei tecnici secondo i quali potrebbe anche essere necessaria tutta l’estate. E a quel punto, almeno per quanto dichiarato più volte dal commissario governativo dell’Autorità portuale di Piombino, il porto toscano potrebbe essere pronto.
Sulla vicenda giocano in tanti, e l’impressione è anche che qualcuno giochi “sporco”. Nel senso che non dica tutto quello che va detto: come la voce – raccolta anche da Fiorenzo Bucci in un recente servizio su La Nazione di Piombino – secondo la quale Costa penserebbe di trasferire il relitto con la nave semisommergibile Vanguard nel bacino della Fincantieri di Palermo, qui “ripulirla” e alleggerirla delle parti più nobili ancora recuperabili, e quindi spostare ciò che resta, forse lo scafo nudo e crudo, ad Aliaga in Turchia per la demolizione finale. Una soluzione particolarmente gradita, si dice, a Fincantieri di Palermo (si tratta pur sempre di qualche centinaio di milioni di spesa e di qualche centinaio di posti di lavoro per alcuni mesi) ma contro quello che la Toscana e lo stesso governo centrale hanno fino ad oggi rivendicato.
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