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Sui tanti ritardi il bell’alibi della burocrazia

LIVORNO – E’ facile come impallinare un piccione in gabbia: ma del resto, che sia ormai il male principale del Paese lo dicono tutti, loro compresi. Parlo della burocrazia e non ne parlo per la prima volta, lo so: ma ancora una volta è lì che casca l’asino – come si dice – perché all’attacco furibondo dei sindacalisti della Rsu della Porto 2000 contro i tanti, troppi ritardi sulle infrastrutture e dragaggi che stanno facendo scappare le crociere da Livorno, la risposta rimane sempre la stessa: sono i tempi della burocrazia a frenare tutto.
[hidepost]Non si draga? Non si può, almeno a Livorno, perché la pratica di passare i siti SIN da nazionali a regionali (SIR) continua ad essere bloccata al ministero dell’Ambiente, che attende a sua volta il completamento di complesse pratiche delle aziende portuali che sono insediate nei siti transeunti. E se non si draga – il lato nord del molo Italia (che solo ora va in gara), ma anche l’ultimo modulo della sponda est della darsena Toscana – non si possono trasferire i magazzini della cellulosa della Cilp dall’Alto Fondale liberandola per le crociere: né si può trasferire il TCO (Terminal Calata Orlando) dei rinfusi dalla Orlando, che a sua volta è destinata al comparto delle crociere perché diventi finalmente degno di un grande porto.
I tre sindacalisti della Rsu Porto 2000 – Enrico Barbini della Cgil, Fabio Bicchierini della Uil e Claudio Bitossi della Cisl – martedì hanno sparato a palle incatenate contro tutto e tutti: le istituzioni che se ne infischiano del porto e dei suoi problemi, l’Autorità portuale che va troppo piano (“Perché in altri porti come a La Spezia si draga e da noi no?”), la città che non ha ancora capito il valore aggiunto delle crociere (“gli unici negozi sempre aperti quando ci sono le navi da crociera sono quelli dei cinesi”), i vari incontri con categorie, partiti, associazioni si sono sempre conclusi con tante chiacchiere e niente di fatto, eccetera. Hanno citato la caduta verticale degli arrivi delle crociere, se la sono presa con la Cilp che per anni ha fatto lo sbarramento per dare le banchine che ha in concessione alle crociere (“E non ci si parli di New-Co tra Porto 2000 e Cilp per le crociere” hanno ringhiato all’unisono) hanno anche ricordato all’Autorità portuale che prima di fare bandi per assumere gente nuova (ne è stato preannunciato uno per 11 posti) dovrà farsi carico degli eventuali “esuberi” della Porto 2000 in difficoltà.
Si è anche parlato delle potenzialità turistiche non sfruttate: dell’aeroporto di Pisa non collegato, del sistema delle Fortezze Medicee non adeguatamente valorizzato, del santuario di Montenero per i tanti croceristi cattolici, dell’ecomostro dell’ex silos che tra l’altro rischia di crollare. Insomma, un elenco infinito: che ha però alla base, oltre al denunciato scarso interesse della città e delle istituzioni verso il porto, anche alle infinite pratiche della burocrazia nazionale, regionale e locale. “Perché non si possono cacciare – hanno detto i sindacalisti – i funzionari del Comune, dell’Autorità portuale, o delle altre istituzioni, che hanno sbagliato nelle pratiche ritardando gli interventi, allungando i tempi, creando una infinita serie di complicazioni?” Solo una domanda retorica, sapendo che nel pubblico nessuno è mai colpevole di niente, salvo rarissime eccezioni? Oppure anche questo “mostro” della burocrazia alla fine è spesso un buon alibi?
Antonio Fulvi

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Pubblicato il
12 Aprile 2014

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