Maxi-bacino a Piombino
La valutazione è già al CIPE per un project-financing – Proposto un sistema galleggiante da 250 o 300 metri per demolizioni e riparazioni

Luciano Guerrieri
PIOMBINO – Si lavora a ritmo ancora sostenuto, malgrado le urgenze della “Concordia” siano finite, per adeguare le strutture portuali al nuovo piano regolatore e ai progetti finanziati con urgenza nella scorsa primavera. E puntando all’obiettivo – già auspicato durante la kermesse per il relitto della Costa ma poi ufficializzato dallo stesso governo Renzi – del centro per la demolizione delle navi militari e non secondo le normative imposte dalla UE. Con qualche chiarimento anche sui punti più delicati del programma, come ci dichiara il commissario (ed ex presidente dell’Authority portuale) Luciano Guerrieri.
Dottor Guerrieri, c’è un dettaglio non secondario dei vostri piani di cui si sta parlando molto: la realizzazione di un grande bacino di carenaggio a Piombino.
[hidepost]”E’ tutt’altro che un dettaglio perchè per diventare il centro di demolizioni e riparazioni navali di grandi dimensioni come più volte sottolineato anche dalla Regione, un bacino è indispensabile. E del resto ce lo chiedono anche i demolitori navali di Livorno, con i quali intendiamo operare in piena sinergia. Sia chiaro che non intendiamo creare una concorrenza con Livorno, i cui bacini sembrano destinati ad operazioni sulle grandi navi da diporto (super-yachts) e sulle piccole e medie unità commerciali. Noi puntiamo a un bacino tra i 250 e i 300 metri di lunghezza proprio per le demolizioni, le riparazioni e l’eventuale refitting sulle grandi navi e sui mezzi militari in attesa di essere smantellati”.
Come si sviluppa questo vostro proposito?
“Siamo in attesa di un parere richiesto al CIPE sul finanziamento, che non potrà certo essere totalmente pubblico. Entro la fine di ottobre contiamo di avere l’ok dal CIPE e subito dopo, chiarito quale potrà essere il contributo della parte pubblica, indiremo una gara sulla tipologia del project-financing. Che deve mirare, e lo ribadisco, ad essere complementare non concorrenziale con gli impianti esistenti a Livorno, realisticamente destinati ad altri scopi rispetto ai nostri: e noi non miriamo assolutamente né ai maxi-yachts nè alle riparazioni su medie unità, visto le dimensioni del bacino per cui ci stiamo impegnando”.
Un bacino di queste dimensioni richiede opere murarie importanti e costose…
“Noi siamo indirizzati a un bacino galleggiante, che richiede opere murarie solo di ancoraggio e grandi spazi di servizio a terra che sono in avanzata fase di realizzazione”.
In ogni caso un’opera impegnativa: avrete ovviamente già fatto le vostre ricerche per sapere se il mercato è interessato…
“Non solo, ma abbiamo avuto anche importanti assicurazioni di interesse da consorzi di riparatori navali livornesi e di altre aree. L’analisi finanziaria è stata fatta e ci ha dato risultati positivi, poi sarà la gara con il project-financing a dire la parola definitiva. Ed è chiaro che se il mercato dovesse avere dubbi o risposte negative, il progetto potrebbe essere rivisto. Ma ad oggi siamo ragionevolmente sicuri che l’operazione potrà essere fatta con piena soddisfazione del porto, delle forze di lavoro dell’intero comprensorio ed ovviamente del mercato”.
A.F.
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