Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Sulla riforma Delrio eccoci ai primi siluri

Perplessità sul ruolo dei territori nell’ipotesi di un accentramento totale – Cinque miliardi di finanziamenti, ma non è ancora chiaro il metodo

ROMA – Avanti piano, pianissimo, quasi indietro: è il vecchio detto marinaro per la navigazione in aree difficili. Lo stesso che dopo aver lanciato l’anticipazione della bozza di riforma della legge sui porti, adesso il governo sembra privilegiare.
[hidepost]Il ministro Delrio a Genova ha cercato di buttar acqua sul fuoco, tra bastone (“Occorre cambiare, i porti non sono competitivi specialmente a terra”) e carota (“Ci sono 5 miliardi di euro pronti per gli investimenti”). Ma si sa che alla vigilia di un confronto elettorale che in Liguria domani sarà particolarmente feroce, tutto va preso con le pinze. Compresa l’assicurazione che ancora non è stata presa alcuna decisione sulla “governance” e che le scelte saranno fatte – Renzi chiede di essere sereni su questo punto – con le Regioni. C’è da preoccuparsi?
Di sicuro dal comitato direttivo di Assoporti che si è tenuto ieri a Roma, il messaggio che ne è uscito qualche preoccupazione la supporta. Se il presidente Pasqualino Monti, dopo il primo comunicato abbastanza soddisfatto per la promessa del governo di governare finalmente i finanziamenti statali (“Basta con i finanziamenti a pioggia a seconda delle lobbies locali supportate dalla politica di territorio”) ha cominciato a prendere le distanze dal centralismo “brutale”, le posizioni espresse dai vicepresidenti Giuliano Gallanti (Livorno) e Francesco Messineo (Marina di Carrara) sono state più problematiche. In particolare è stato richiamato da entrambi il necessario collegamento tra le linee della riforma Delrio con quelle del regolamento dell’Unione Europea sulla logistica integrata, in particolare nella sua relazione con le reti TEN-T, i distretti portuali e i necessari collegamenti con i territori. Ecco, il tema del territorio secondo Gallanti in particolare presenta qualche lato oscuro nella bozza del governo. “L’Unione Europea spinge perché il modello dei porti tenga conto di quanto ha dimostrato di funzionare in Nord Europa – ha detto Gallanti – e tagliare completamente fuori le istituzioni territoriali dalla pianificazione e dalla gestione dei porti può essere un errore”. Qualcuno ha poi ricordato una recente battuta che viene da Firenze e riguarda Livorno e Piombino: “Stiamo investendo centinaia di milioni del bilancio regionale per i prossimi dieci anni, ma se la riforma dovesse tagliarci completamente fuori come potremmo giustificarci con i contribuenti del territorio?”. Da farci sopra, pur stando sereni (alla Renzi) una qualche riflessione.
A.F.

[/hidepost]

Pubblicato il
30 Maggio 2015

Potrebbe interessarti

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio