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“Porte vinciane” se la promessa non risolverà

LIVORNO – Gli annunci, da qualche tempo, addirittura grandinano. Da quelli che piovono dall’alto dei Cieli – il governatore della Toscana – a quelli dell’omino che manovra il meccanismo allo sbocco della Darsena Toscana, e siamo quasi diventati amici dalle tante volte che gli abbiamo chiesto perché teneva aperto.
[hidepost]E a crederci, agli annunci, sembrerebbe che il problema delle “porte vinciane” in Darsena Toscana sarà finalmente risolto con il varo della Legge Finanziaria Regionale, ovvero entro dicembre. Il presidente della Regione Enrico Rossi ce l’aveva promesso almeno da un paio d’anni (“Farò una leggina ad hoc” aveva detto all’inaugurazione della mini-stazione marittima dell’Alto Fondale, a fianco di Roberto Piccini allora presidente della Porto 2000) e l’ha ribadito in almeno un’altra mezza dozzina di occasioni. Anche Giuliano Gallanti ha rilanciato (“Il presidente l’ha promesso”) lunedì sera al Propeller Club, ben sapendo che se le “porte” non vengono affidate all’Autorità portuale e non rimangono quasi perennemente chiuse, dragare la Darsena Toscana come si sta per fare significa letteralmente buttare i soldi pubblici in mare.
Allora: ci crediamo? Crediamoci, naturalmente. Ma sappiamo anche che tenere chiuse le “porte vinciane” è solo un aspetto del problema. Perché a porte chiuse i fanghi dello Scolmatore finiranno fatalmente a intasare ancora di più la foce (che già oggi è un “tappo” pericoloso in caso di piena) e con le grandi piogge si rischia di fare della piana di Stagno (ricordate? Nomen Omen) un dramma come quelli che la Tv ci ammannisce un giorno si e uno si. La soluzione è nota da anni: la foce armata, e un costante dragaggio della stessa foce che consenta di sostituire le “porte” con un bel muro, solido e definitivo. Finché non ci arriveremo, chiudere le “porte” un po’ di più sarà un ripiego, ma non certo la soluzione.
Antonio Fulvi

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Pubblicato il
24 Ottobre 2015

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