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 Spediporto Pitto presidente e nuovo consiglio

Alessandro Pitto

GENOVA – Dopo le dimissioni, nella recente assemblea di Spediporto, del presidente Maurizio Fasce, il consiglio direttivo dell’associazione degli spedizionieri genovesi ha eletto per acclamazione al suo posto il dottor Alessandro Pitto. Con lui sono stati nominati vicepresidenti Renzo Muratore (vicario), Claudio Melandri e Giorgio Baer. Tesoriere sarà Andrea Giachero. Il neo-presidente Pitto, laurea con il massimo dei voti in economia e commercio è amministratore delegato della storica Casasco & Nardi di Genova. Nella sua dichiarazione di insediamento ha ribadito l’importanza della telematica ma anche l’impegno a sostenere l’operatività delle piccole e medie imprese.
[hidepost]Così anche il nuovo consiglio direttivo. I consiglieri eletti: Baer Giulio SAT, Benvenuto Davide G.D.T. Logistic, Brizi Enzo S.T.C., Capodanno Michele Ambra Mar, Caropreso Andrea Logistic Group, Casareggio Mario Casareggio, Falletti Guido Falsped, Giachero Andrea PRiano Marchelli, Marino Manlio Parodi Forwarding, Massari Paolo S.M.A.T. International, Melandri Claudio Melandri SYstem, Muratore Renzo Saimare, Onnis Davide Synergi Cargo, Porello Adriana Porello, Raiola Giuseppe Intertransport, Valle Domingo I.C.S. e Barbara Lualdi concordia s.r.l.. I revisori dei conti eletti: Spallarossa Luca Aprile, Vassallo Marco Matras Food, Verardo Alberto a. Hartrodt.

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Cambia il mondo, cambiano le formule del lavoro, dovranno cambiare anche mentalità e modo di operare degli spedizionieri. Dall’assemblea di Spediporto Genova, che si è tenuta con una lusinghiera presenza dei maggiori esponenti del cluster marittimo e portuale nazionale, è uscito il messaggio sintetizzato dal presidente uscente Maurizio Fasce con la frase: “Smettiamola di credere che piccolo sia bello”.
E con un’analisi approfondita sulle nuove sfide che stanno coinvolgendo l’intero mondo della logistica. Che sono sostanzialmente tre, legate alla rivoluzione del mercato dei consumi “retail” introdotta dai grandi player: il nuovo codice doganale, la ridefinizione della logistica con i canali di Suez e Panama più aperti alle grandi navi, gli accorpamenti e gli eccessi di stiva dei grandi gruppi armatoriali. Sulla riforma portuale, Fasce ha espresso l’opinione condivisa da tutto il suo settore, secondo cui l’adozione dei sistemi logistici è un passo avanti positivo, purché non “allunghi i tempi delle decisioni” per l’eccesso di accorpamento di funzioni a Roma; e purché valorizzi le capacità operative dei singoli sistemi, in collegamento diretto con le reti.
Interventi importanti anche da due livornesi, il presidente di Fedespedi Roberto Alberti e il presidente di Confetra Nereo Marcucci. Il primo ha dato atto al governo che sulla riforma dopo anni ed anni di parole si stia passando a fatti concreti, sui quali tenere l’attenzione accesa per gli eventuali miglioramenti. Marcucci da parte sua ha apprezzato “l’approccio pragmatico” dato dal governo ai temi della logistica, in particolare con il codice doganale, la volontà di eliminare la brutta pratica dei finanziamenti a pioggia nei porti e con l’autonomia finanziaria, che va intesa come corrispettivo “di quello che un porto produce dalla gestione dei traffici marittimi”. Particolarmente apprezzati anche gli approcci alle tematiche dei cambiamenti del mondo della produzione e del trasporto merci: con la presa d’atto che le tecnologie di domani – e in molti casi già d’oggi, come le stampanti a 3D – stanno cambiando radicalmente alcuni settori del trasporto dei ricambi e della produzione.
Lusinghiera la conclusione del viceministro dell’economia Enrico Zanetti che ha riconosciuto al cluster di Genova l’importanza determinante nell’economia marittima nazionale e alla categoria degli spedizionieri la funzione propositiva non solo per l’ammodernamento delle normative sul comparto ma anche per la crescita economica e funzionale dell’intero sistema logistico del paese.

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Pubblicato il
26 Marzo 2016

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