Grimaldi assume 1500 marittimi
Un impegno importante in vista di ulteriori potenziamenti delle linee
NAPOLI – La nuova frontiera dell’occupazione, specie per i giovani, passa sul mare. Il potenziamento delle linee dei traghetti con la Sardegna, che ha visto la sfida in corso tra armatori, insieme ai nuovi ordini di ro/ro che Grimaldi ha in corso e che si tradurranno in almeno due nuove e modernissime unità per il 2017, hanno fatto varare all’armatore partenopeo ormai globalizzati un piano occupazionale da 1500 nuove assunzioni nei prossimi mesi. Ce lo conferma il direttore generale del gruppo Costantino Baldissera, tra uno dei cento impegni di questo periodo “rovente” per i tanti fronti aperti.
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Emanuele Grimaldi
“Le due navi sulla Livorno-Olbia e il potenziamento sulla linea da Civitavecchia – ci ha detto il dottor Baldissera – insieme agli ordini in corso in Estremo Oriente per le nuove unità, assorbiranno rapidamente almeno 700 nuovi marittimi, mentre altri 400 verranno indirizzati ai servizi che stiamo svolgendo nel Nord Europa”. Il resto è rappresentato da 500 cadetti delle scuole nautiche che Grimaldi intende assumere appena saranno maturi.
La grande offensiva del gruppo Grimaldi sulla Sardegna, che tra l’altro sta dando buoni frutti, impegna ben 11 navi di cui 8 introdotte tra la fine del 2015 e le settimane scorse. Ma Grimaldi non intende fermarsi così. Tra breve arriverà la dodicesima unità ed entro l’anno prossimo la Sardegna sarà servita dalla compagnia con “almeno” 14 navi.
Chiusi per sempre i tempi ormai storici in cui si andava in Sardegna solo con i vecchi ferry da Civitavecchia, il vero problema dei nuovi collegamenti – per Grimaldi ma anche per i concorrenti del gruppo Moby – è rappresentato dalle carenze di accosti, in particolare su Livorno.
Dove la recente riorganizzazione dell’area alle spalle del varco della Fortezza Vecchia, con la conversione del parcheggio urbano Azzini in area di smistamento mezzi pesanti per i ro/pax ha risolto solo parzialmente il problema. Altro problema, sebbene di natura completamente diversa, è la carenza di marittimi italiani davvero preparati. E la farraginosità delle leggi che regolano l’imbarco, con un vero e proprio percorso ad ostacoli da parte della burocrazia che la dice lunga sulla necessità di semplificare e di sveltire. In quanto alla preparazione, c’è il problema degli istituti nautici che di nautico hanno – con le dovute eccezioni – sempre meno. E anche questa è un’altra storia da affrontare.
A.F.
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