Geotermia, nuove frontiere

(da sx) professor Giuliano Gabbani UNIFI responsabile scientifico GIGA, Fabio Roggiolani Vice presidente GIGA e dottor Sauro Valentini presidente GIGA
ROMA – La geotermia, da cenerentola a protagonista del futuro rinnovabile con le tecnologie a impatto zero: così il tema del convegno organizzato da GIGA e Coordinamento FREE delle rinnovabili con il supporto della Rete Geotermica nell’Auditorium del GSE a Roma.
Come ha riferito il dottor Mandolini del GSE in apertura, la geotermia grazie alle nuove tecnologie a impatto zero può divenire la protagonista del futuro tutto rinnovabile. Sauro Valentini e i vari intervenuti hanno specificato che se passiamo da impianti impattanti a impianti a impatto zero in atmosfera e senza alcun inquinamento a terra – molto più piccoli da poche decine di Kw a una decina di MW elettrici collocabili nei pressi delle aree urbane per non sprecare l’enorme quantità di calore oggi disperso, i vantaggi saranno enormi.
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La geotermia a bassa “entalpia”, secondo i principi della termodinamica, è capace di raddoppiare il rendimento delle pompe di calore; è attuabile facilmente in ogni dove e in particolare in tutte le aree limitrofe al mare; nelle pianure oggi è possibile in tandem con il fotovoltaico e gli storage. Potrà essere dunque il faro di ogni riconversione termica (il raffreddamento con la geotermia è a costo zero). Ancora: la geotermia nelle grandi aree padane e toscane e di altre aree pari a 20 milioni di abitanti può dar vita a teleriscaldamenti con durata pressoché eterna dei pozzi rispetto alla nostra scala vitale.
Nelle zone dove si riscontra calore a bassa profondità (Alto Lazio, Campania, Colli Euganei ecc) si possono sviluppare impianti a ciclo binario grandi 12 metri quadri che producono fino a 100 kwe e che possono essere alimentati dagli scambiatori in pozzo presentati in anteprima mondiale al convegno da Marconcini e Zuccato.
In contemporanea con il convegno si sono svolte le votazioni al parlamento europeo che hanno per la prima volta chiarito a larga maggioranza che la geotermia futura o sarà a impatto zero e a reiniezione, oppure in aree inquinate profonde semplicemente non sarà. Questo segnale ha dato un forte imput al convegno per avviare un dialogo tra i vari protagonisti industriali e politici presenti e per togliere lacci e blocchi burocratici ad una geotermia che garantisca – come hanno ribadito Matteo Ceroti e Aurelio Cupelli per Rete Geotermica – emissioni zero e utilizzo totale di elettricità e calore.
Dal ministero competente è arrivata la previsione secondo la quale 30.000 occupati possono scaturire dalla geotermia futura, raddoppiando anche la potenza elettrica fornita.
Turbodem, Nuovo Pignone (Bhe) General electric ed altre aziende presenti che hanno caratura internazionale e che hanno realizzato decine di centrali con queste caratteristiche, hanno a loro volta sostenuto che si può andare in questa direzione.
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