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Livorno, finalmente riparte la gara bacini

LIVORNO – È stato detto più volte, da quella sciagurata giornata dell’agosto di due anni fa quando il bacino galleggiante Mediterraneo affondò per il cedimento delle taccate della navicella Urania: i bacini di carenaggio – il Mediterraneo e l’innominato grande e abbandonato bacino in muratura – vanno finalmente a gara. Poi non se n’è mai fatto di niente, e bisognerebbe capire bene perché: perché il relitto dell’Urania è rimasto abbandonato sul relitto del Mediterraneo, perché la magistratura inquirente – ci fu una vittima – ci ha messo un anno per dissequestrarlo, perché dal dissequestro è passato quasi un altro anno e il relitto è ancora lì. Diamo pure per scontato quello che scontato non sembra: che l’intreccio di responsabilità, il rimpallo sulle spese tra le assicurazioni e l’armatore dell’Urania, le pressioni – via via crescenti, ma all’inizio piuttosto soft – dell’Autorità portuale, le beghe tra gruppi di riparatori navali locali e non, hanno creato una situazione di stallo che non ha eguali. Difficile credere che tutto finirà a tarallucci e vino una volta che le cose potranno tornare alla normalità: ma questo è un altro discorso.

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La novità è che Stefano Corsini e l’Autorità di sistema alla fine hanno deciso di tagliare il nodo gordiano con un colpo di sciabola, rivolgendosi alla magistratura perché obblighi – in tempi rapidi – armatore e assicurazione dell’Urania a liberare il bacino. In contemporanea l’Authority ha rispolverato la gara per la gestione (e la rimessa in funzione) dei due bacini. Per il Mediterraneo, le riparazioni che l’hanno riportato a galla le ha fatte Benetti, che ne ha la gestione provvisoria: e la stessa Benetti ha un piano tecnico per trasferire il relitto sul suo piazzale, o in alternativa per demolirlo sul bacino. In contemporanea ha pronti gli interventi per rimettere il Mediterraneo in piena funzione.

Più complessa la situazione del “bacinone”. La gara, così come era stata impostata, prevedeva la rimessa in funzione, per riparazioni e manutenzione di naviglio mercantile o da diporto di medie dimensioni. Una specie di foglia di fico, anche perché un bacino di 300 metri, il cui ripristino costerà dai 30 ai 50 milioni di euro (stime Rina). Può darsi che la nuova gara – ammesso che sia nuova – comporti nuove clausole. C’è un imperativo: adesso bisogna correre perché in tempi di rilancio del porto e della logistica di sistema, lo scandalo bacini venga dimenticato o almeno passi alla (brutta) storia.

(A.F.)

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Pubblicato il
14 Febbraio 2018
Ultima modifica
20 Febbraio 2018 - ora: 12:01

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