Tirrenia, tra rilanci e nuove cordate
Anche la Regione siciliana si starebbe sfilando oltre ai greci di TT Lines – La procedura d’infrazione dell’UE è ancora accesa ma potrebbe slittare – Le altre possibilità
ROMA – Sembra una telenovela: su Tirrenia torna all’attacco, questa volta anche con i soldi necessari, la cordata “Mediterranea”. Che vede uscire i greci di TT Lines (Alexandros Tomasos era stato nominato addirittura presidente della cordata) ma in compenso nell’assemblea di tre giorni fa ha messo sul tavolo 75 milioni a detta di Salvatore Lauro. Però anche la Regione Sicilia si sta sfilando: e in questo modo “Mediterranea” perde i due più importanti azionisti.
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Peraltro l’offerta di 75 milioni è quasi niente a fronte di un debito riconosciuto della società di oltre 600 milioni, di cui 9 soltanto nei confronti dell’ex consociata Toremar della Toscana.
La soluzione, secondo le voci che circolano in Sicilia – e rimbalzano a Roma – verrebbe forse dall’ingresso di un paio di fondi di investimento stranieri. C’è chi ipotizza anche improbabili cordate di dipendenti che si quoterebbero con il deferimento di parti del Tfr e chi ricorda l’offerta pubblica – a parole, ma senza aver partecipato alla gara – dell’armatore italiano Vincenzo Onorato di “Moby Lines”. E’ stato fatto anche il nome dell’armatore siciliano Vincenzo Franza, che raggrupperebbe intorno a se alcune potenti organizzazioni di autotrasportatori dell’isola. Ma per ora è tutto in stand-by: anche in attesa che la UE faccia sapere se sposterà o no in avanti il termine del 30 settembre da cui dovrebbe partire la procedura d’infrazione contro l’Italia.
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