Visita il sito web
Tempo per la lettura: < 1 minuto

Se uccidiamo il nostro mare

LIVORNO – Una piccola notizia, relegata da un quotidiano nelle pagine dei lettori: davanti a Davao, nelle Filippine, una balena è morta e le hanno trovato 40 kg di plastica nello stomaco, forse causa della sua fine. Buste della spesa, sacchetti per il riso. Secondo gli esperti, è stata una morte lenta e dolorosa. Più feroce, se possibile, di quella dei cacciatori di balene giapponesi, che almeno hanno la pratica – dicono per giustificarsi – nella loro secolare cultura.

[hidepost]

Più vicino a casa nostra, molto più vicino, ogni estate intorno all’isola di Capraia ho fotografato centinaia di sacchetti di plastica a galla, in lunghe strisce provenienti con la corrente da chissà dove. L’ex sindaco Gaetano Guarente ci impazziva, l’attuale sindaco Marida Bessi ci ha fatto una campagna estiva da tempo. L’acqua intorno a Capraia è sempre cristallina, le sue trasparenze sono favolose. Ma se il Mediterraneo è malato, per i cambiamenti climatici e per la mano dell’uomo in diretta con i suoi rifiuti, e le balene sono sempre più rare anche qui, chiediamoci dove finisce ogni pezzo di plastica che usiamo. Da oltre trent’anni con Marevivo cerchiamo di sensibilizzare tutti. Coraggio, c’è ancora molto da fare.

A.F.

Ps – La vignetta di Staino, qui sopra, parla da sola, in senso lato…

[/hidepost]

Pubblicato il
27 Marzo 2019
Ultima modifica
29 Marzo 2019 - ora: 20:44

Potrebbe interessarti

Proposta dal Bureau Veritas Italia come strumento di garanzia

“Safe container”, una certificazione

Per ridurre i costi della sinistrosità, 6 miliardi di dollari all’anno, l’attestato di sicurezza - Ogni 5 anni i controlli sui Teu dry e ogni 2,5 anni, per quelli cisterna per merci pericolose

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora

La vendetta e il perdono

Dunque, la solidarietà del presidente della Toscana con Luciano Guerrieri è durata, in ossequio agli ordini di partito, l’espace d’un matin, come dicono i francesi. Anche Giani, che aveva giurato di difendere Luciano alla...

Leggi ancora

Riforma e porti in vendita

Come volevasi dimostrare: le indicazioni (attenti: sono nomi proposti, non ancora promossi ufficialmente) per i nuovi presidentI di Autorità di Sistema Portuale (AdSP), peraltro significative sul metodo, hanno sturato il vaso di Pandora. Tutti...

Leggi ancora

So che sanno che sappiamo

Niente paura, il gioco di parole del titolo non riguarda voi lettori. Vorrebbe essere, appunto, un gioco rivolto chi continua a ritardare l’attesissima e indispensabile riforma portuale, con annessi e connessi. Sia chiaro che...

Leggi ancora

Drill baby, drill

La guerra dei dazi annunciata da Trump sta innescando una inedita rivoluzione non solo commerciale, ma anche politica. E le rivoluzioni, come scriveva Mao nel suo libretto rosso, “non sono un ballo a corte”....

Leggi ancora