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Dighe in calcestruzzo ecosostenibile ottenuto dalla posidonia spiaggiata

LECCE – È stato recentemente inaugurato il Laboratorio EUMER – EUropean Maritime & Environmental Research del Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione dell’Università del Salento. Nell’occasione, sono stati presentati i risultati del progetto “Eco-Smart Breakwater”, coordinato dal Consorzio ATHANOR di Bari sotto la supervisione tecnico-scientifica del professor Giuseppe Roberto Tomasicchio, ordinario a UniSalento di Costruzioni idrauliche e marittime e Idrologia.

Nato dalla collaborazione tra il Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione dell’Università del Salento, Federbalneari Salento e il Centro di Ricerche CETMA, il progetto “Eco-Smart Breakwater” è finanziato dalla Regione Puglia nell’ambito del bando “Aiuti a sostegno dei cluster tecnologici regionali per l’innovazione” e ha tra gli obiettivi lo sviluppo di una miscela di calcestruzzo cementizio ecosostenibile che integra resti di posidonia oceanica spiaggiata e aggregati riciclati, e l’ideazione di un nuovo elemento in calcestruzzo cementizio per la formazione delle dighe marittime a scogliera di difesa dei porti o a difesa delle coste dall’erosione.

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Sulla base dell’analisi delle criticità del settore riscontrate sul territorio regionale, il progetto si è sviluppato costruendo una filiera tecnologica che ha integrato le competenze di ricerca dell’Università del Salento, del CETMA e della società RINA Consulting, del CMCC e di ANTHEUS con quelle dei partner industriali operanti nel settore delle costruzioni Eurostrade di Melissano e Pietro De Pascalis di Galatina. È stato così sviluppato un calcestruzzo cementizio eco-compatibile che integra nel mix-design rifiuti di posidonia oceanica spiaggiata e aggregati da riciclo da scarti lapidei.

Dopo mesi di intense attività scientifiche e sperimentali svolte nelle sedi dei partner di progetto e i laboratori del CETMA, il progetto ha trovato la sua prima applicazione reale nell’ambito del settore delle costruzioni costiere e portuali. Presso la diga del Porto di Otranto sono stati infatti posizionati tre massi frangiflutti innovativi costruiti con la nuova miscela mista cemento-posidonia, del peso di 29 ton ciascuno. Grazie ai partner di progetto ICATEC e GLOBAL SOFTWARE, uno di questi massi è stato “sensorizzato” per consentirne il monitoraggio strutturale e il monitoraggio ambientale del contesto marino circostante. La capacità di interpretare i dati acquisiti e di correlare tra loro i vari parametri monitorati consentirà una più efficace gestione dell’infrastruttura e una maggiore affidabilità delle previsioni costiere basate su modelli previsionali, a tutto vantaggio della prevenzione dei rischi, cambiamenti e predicibilità climatica. La geometria dei massi, con ottime performance di stabilità idraulica sotto l’azione delle onde, è stata preliminarmente ottimizzata attraverso prove su modello fisico in scala ridotta condotte nel laboratorio EUMER UniSalento.

Promettenti le potenzialità dei primi risultati del progetto: ogni masso realizzato consente di riciclare più di 2,5 quintali di rifiuti di posidonia spiaggiati e ben 60 quintali di scarti da costruzione e demolizione, pari a circa il 20% del peso del masso, cifra molto superiore ai criteri minimi ambientali (CAM) posti dall’attuale normativa di settore.

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Pubblicato il
6 Aprile 2019

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