Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Una targa per la partenza di San Francesco in Terra Santa

Nella foto: Il momento della benedizione alla targa sulla banchina San Francesco.

ANCONA – Un segno celebrativo per ricordare gli ottocento anni della partenza di San Francesco dal porto di Ancona per la Terra Santa. È la lastra celebrativa inaugurata alla banchina San Francesco, dedicata al santo Patrono d’Italia durante la Festa del mare, alla presenza di monsignor Angelo Spina, arcivescovo della Diocesi metropolitana Ancona-Osimo, del presidente dell’Autorità di Sistema Portuale, Rodolfo Giampieri, e del contrammiraglio Enrico Moretti, comandante del porto di Ancona, e delle autorità civili e militari.

Il disegno è ispirato da un’idea artistica di monsignor Spina. L’immagine rappresenta San Francesco a bordo di un’imbarcazione che parte da Ancona, porta d’Oriente e via della pace. Lancia una colomba come simbolo di pace e di incontro con l’altro e con la natura. Una rappresentazione che è anche un invito all’apertura ad un’umanità di pace.

[hidepost]

La lastra è in bronzo, ha una dimensione di 2 metri per 1,5 metri ed è stata realizzata dalla Fonderia Marinelli di Agnone (Isernia), fra le più antiche al mondo e specializzata nella costruzione di campane. Il bozzetto per la realizzazione dell’opera era stato presentato il 4 ottobre, giorno di San Francesco, a bordo della nave scuola Amerigo Vespucci durante la permanenza al Porto Antico.

* * *

È un omaggio della comunità portuale al Natale e al mare, al rapporto vitale che ogni giorno trova fondamenta nel lavoro che nasce da esso e al suo spirito di accoglienza e di solidarietà. Il Presepe del porto, allestito alla Portella Panunzi dall’associazione Stella Maris, è stato presentato nei giorni scorsi alla città e si potrà visitare fino al 6 gennaio 2020.

Con la “Sacra Famiglia”, sono gli elementi del mare i protagonisti di questo Presepe: una barca, una lancia del 1925, la “7° Cavalleria”, le reti da pesca, le nasse, i reperti di antica manifattura, messi a disposizione dal Comitato Museo del mare, i tronchi d’albero trasportati dalle onde e recuperati dalle persone, elementi che simboleggiano il legame fra il porto, il lavoro, la sua storia e la vita di tutti coloro che vi operano o vi passano.

[/hidepost]

Pubblicato il
21 Dicembre 2019

Potrebbe interessarti

Avanti adagio, quasi indietro

Potremmo dire, parafrasando Guido Gozzano, che tra gli infiniti problemi che riguardano il nostro mondo attuale, tra guerre e genocidi, ci sono anche le “piccole cose di pessimo gusto”. Tra queste c’è l’incredibile vicenda...

Editoriale
- A.F.
Leggi ancora

Se Berta ‘un si marìta…

…“E se domani…” diceva un antico refrain musicale. Riprendo le valide considerazioni del nostro direttore sulla sorprendente impasse di alcune nomine presidenziali nelle Autorità di Sistema Portuale soffermandomi su Livorno: Gariglio è stato tra...

Editoriale
- A.F.
Leggi ancora

Per difendere la pace…

Guerra e pace, più guerra che pace: sembra l’amara, eterna storia dell’uomo. Così, per preservare la pace, sembra proprio che non ci siano che le armi: si vis pacem, para bellum, dicevano nell’antica Roma....

Editoriale
- A.F.
Leggi ancora

Sempre più droni sul mare

Se ne parla poco, specie dei più specializzati: come quelli subacquei della Wass di Livorno per Fincantieri, o quelli sempre italiani, costruiti però in Romania dall’ingegner Cappelletti della livornese ex Galeazzi. Però adesso Fincantieri,...

Leggi ancora

Porti teu in overcapacity?

Riforma della riforma portuale: l’articolato Rixi che abbiamo anticipato – che naturalmente deve passare anche dalle Camere – punta dunque a coordinare lo sviluppo degli scali, oggi lasciato eccessivamente alla potenza dei singoli “protettorati”...

Editoriale
- A.F.
Leggi ancora
Quaderni
Archivio