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Confetra dal ministro Orlando

Guido Nicolini

ROMA – Nell’ambito delle consultazioni con le parti sociali convocate del nuovo ministro del Lavoro Andrea Orlando, è stata la volta di Confetra anche per fare il punto sugli impatti della crisi sul settore della logistica.

Il presidente Guido Nicolini, accompagnato dal responsabile Confederale delle relazioni sindacali Fabio Marrocco, ha innanzitutto lodato la scelta del ministro di ascoltare fin da subito, ed in maniera permanente, le principali organizzazioni di rappresentanza: “Veniamo da un anno durissimo. L’export è crollato di oltre 9 punti, l’import di oltre 15. Nell’ultimo anno sono cessate oltre 5 mila imprese del settore, per una perdita complessiva di 5 miliardi di euro di fatturato.

Nel picco della crisi – aprile/agosto 2020 – circa il 70% delle imprese ha fatto ricorso ad una qualche forma di ammortizzatori sociali” questi i numeri presentati dal presidente Nicolini. “È difficile rendere, tuttavia, una fotografia omogenea di un settore tanto articolato: certamente abbiamo avuto maggiori sofferenze nell’autotrasporto e nel cargo aereo.

Ma anche all’interno della portualità ci sono segmenti economicamente devastati come il traffico rinfusiero, quello crocieristico ed il passeggeri. Per non parlare delle attività corrieristiche b2b, che a causa delle continue chiusure, prima delle attività produttive poi di buona parte degli esercizi commerciali, hanno fatto registrare perdite su base annua di circa il 35% dei volumi trasportati”.

Nicolini ha concluso il suo intervento con un appello al ministro: “Riproponiamo il Patto per l’occupazione avanzato anche all’Esecutivo precedente fin dal DL Cura Italia: si riduca il cuneo fiscale lato imprese di almeno il 20%, si agevoli in via straordinaria la messa in quiescenza anticipata per i lavoratori over 60 impegnati in particolari mansioni, e noi ci impegniamo a salvaguardare integralmente l’occupazione nonostante la crisi. Il nostro è un settore labour intensive, le nostre 80 mila imprese impiegano oltre 1 milione di addetti tra autotrasportatori, portuali, operatori di magazzino, handler, macchinisti treni merci, driver. Tra l’altro le nostre professioni “operative”, inspiegabilmente, non sono classificate tra quelle “usuranti”. Con l’attuale carico fiscale sul costo del lavoro sarà impossibile non procedere a ristrutturazioni, soprattutto in quei segmenti del ciclo logistico che hanno conosciuto una più significativa contrazione dei fatturati”.

Ha concluso Nicolini: “chiudiamo la stagione dei ristori e apriamo quella delle riforme. Non solo degli ammortizzatori sociali, ma anche delle politiche attive, della formazione permanente, del contrasto al miss-match tra domanda e offerta. Il nostro settore necessita di rinnovare continuamente le proprie competenze in materia doganale, trasportistica, digitale. Servono competenze che accompagnino le imprese verso la piena transizione green e giovani formati negli ITS appassionati di blockchain o IoT applicati a infrastrutture, flussi dati e merci. Se il Governo saprà costruire il contesto giusto, noi sapremo proiettare nel futuro il settore, anche dal punto di vista occupazionale”.

L’ultimo richiesta di Nicolini ha riguardato: “L’assoluta priorità che il piano vaccini deve riconoscere agli operatori della logistica e del trasporto merci affinché la piena operatività delle consegne di qualunque tipologia merceologica non sia più messa in discussione da divieti e restrizioni né sul piano interno, né nei transiti internazionali”.

Pubblicato il
27 Febbraio 2021
Ultima modifica
3 Marzo 2021 - ora: 10:11

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