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L’attacco UE alla casa

Non passa mese che da Bruxelles non arrivi una nuova idea per far fronte alle spese che l’unione sostiene e sulle quali non tutti i paesi concordano.

In questi giorni c’è un sollevamento di critiche contro la “patrimoniale occulta” sulle case in nome dell’ambiente.

Ci scrive sul tema una lettrice che lavora anche negli Usa nel campo della logistica.

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Ho letto dell’obbligo proposto dall’Europa di adeguare le abitazioni a criteri “ecologici” molto restrittivi, che costerebbero ad ogni famiglia cifre mai inferiori a qualche decina di migliaia di euro.

Si penalizzeranno così i risparmi che noi italiani, da generazioni, abbiamo sempre investito nella casa, al contrario di quanto avviene nel Nord Europa e negli Usa…

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In tema di tasse, le nostre case sono ormai diventate un peso invece che un valore. E anche le semplici voci delle nuove norme Ue stanno mandando a picco il loro mercato, con il rischio concreto, per chi ha investito nel mattone, di lasciare ai propri figli non un aiuto ma un onere.

Il problema di fondo sembra essere la mancanza di una identità culturale comune tra le nazioni europee, per cui i valori considerati importanti per un italiano o uno spagnolo sono totalmente incompresi da un belga o un polacco.

In particolare il “ventre molle” dell’Europa, che siamo noi per generale concezione, ha peso spesso irrilevante nelle decisioni di Bruxelles, salvo poi minacciare fuoco e fulmini, peraltro poco convincenti. Un esempio è la questione dei migranti irregolari, sui quali anche il governo italiano sta subendo i diktat europei malgrado le promesse elettorali.

Possiamo solo sperare che l’assalto alla casa, già gravata da un’infinità di tasse dirette e indirette, venga davvero sventato.

Intano cerchiamo di ridere (se è possibile) con questa vignetta.

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Pubblicato il
1 Febbraio 2023

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