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I porti le riforme il potere

LIVORNO – Il richiamo del presidente Santi è ovviamente già che condivisibile. Ma il problema è che in una congiuntura come l’attuale, dove le incertezze sul domani coinvolgono tutto e tutti, sembra molto difficile, specie per l’Italia, mettere insieme una vera e propria politica della portualità. Lo si vede anche dalla scarsa influenza che ha sugli organi nazionali la stessa Assoporti, per quanto il suo buon presidente – che alla presidenza di Ancona aveva dimostrato capacità e decisionismo – si dia da fare.

Torna poi ciclicamente a galla, oltre alla riforma della riforma, l’articolazione delle Autorità di Sistema: dovevano essere quattro, poi una mezza dozzina. Sappiamo tutti che sono diventate quante sono, più per influenze della politica locale che non per oggettiva analisi logistica. Ogni AdSP inoltre continua a programmare – e ad operare – come una monade isolata, spesso anche in diretta e aperta concorrenza con altre nazionali, più o meno vicine.

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Santi ha ragione nel sottolineare come il potere economico oggi si vede dal potere marittimo. Il problema è che in Italia parlare di potere militare sembra essere diventato, almeno ufficialmente, una bestemmia. E allora? 

(A.F.)

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Pubblicato il
20 Gennaio 2024

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