Sulla logistica la sconfitta della ferrovia

LIVORNO – Vediamo di capirci: tutti i giornali sono stati pieni, nei giorni scorsi, della polemica tra Luca di Montezemolo e Mauro Moretti sui servizi ferroviari di Trenitalia (Alta Velocità) e quelli ormai prossimi a partire di NTV (Nuovo Trasporto Viaggiatori) dello stesso Montezemolo con Diego Della Valle.

Polemica tutta giocata sulle accuse di forti ritardi di Trenitalia, che Moretti ha respinto al mittente dando la colpa ai treni sperimentali di NTV soggetti a guasti proprio sulla rete dove Trenitalia doveva passare.

E allora, vediamo dunque di capirci: se è chiaro, anzi chiarissimo, che la concorrenza ferroviaria sta per partire (o se preferite, sta per “scoppiare”) nel comparto dell’alta velocità passeggeri, è altrettanto chiaro, anzi lampante, che sia Trenitalia sia NTV se ne infischiano del cargo, e tendono a ridurre sempre di più interesse e investimenti nel campo. Perché il cargo guadagna poco (o addirittura rimette), perché è una rogna in quanto un contenitore che ritarda comporta proteste e penali (invece mille passeggeri che subiscono vergognosi ritardi bofonchiano e magari scrivono ai giornali, ma poi abbozzano) e infine perché la concorrenza con la gomma è quasi impossibile sulla media e corta distanza: esattamente su quei collegamenti che rappresentano il 90% della distribuzione in Italia, paese notoriamente lungo e stretto con una rete ferroviaria rimasta all’epoca sabauda o quasi.

Il disinteresse per il cargo sta però assumendo, in Trenitalia (e non è che NTV prometta meglio, visto che il suo target sono solo i viaggiatori) aspetti devastanti per l’economia della logistica. Da noi, in Toscana, l’ex assessore ai Trasporti Riccardo Conti aveva risolto i problemi dello scarsissimo servizio per i porti di Livorno e Piombino con una foglia di fico: quando partirà l’Alta velocità – aveva promesso – la linea da Livorno al nodo fiorentino della stessa Alta Velocità diventerà ad “alta capacità”, ovvero un servizio efficiente e innovativo anche per le merci. Si è visto – e lo stiamo ancora vedendo – com’è andata. Anche i pochi tentativi sperimentali di collegare su ferro il porto di Livorno con gli interporti di Guasticce e Prato sono subito saltati, come se Trenitalia avesse toccato del ferro rovente. E sul futuro si balbetta: con i più responsabili del comparto sindacale che invano chiamano a raccolta le istituzioni per un piano organico sul cargo in treno, fondamentale perché la catena logistica dietro i porti non ceda altro terreno alla concorrenza straniera. Invece niente, a parte qualche chiacchiera.

Pare che per i nostri governanti, alla fine, valga solo l’immortale valutazione dell’ottocentesco poeta dialettale Cangillo: “Bella invenzione il treno: ma come la t…a (sinonimo toscano di gnocca, o passera, o vulva nel dolce stil novo) non ne inventano più”. Amen.

Antonio Fulvi


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