Il Pot? Anche controriforma…

La “provocazione” per l’ipotesi di gestione pubblica della sponda Est – Perplessità sul Mediceo e per le crociere

Francesco Ruffini

LIVORNO – L’aspetto è sereno, quasi mite. Ma di Francesco Ruffini, presidente al secondo mandato del Propeller Club labronico, tutto si può dire salvo che sia un mite. Semmai che ha il pugno di ferro nel guanto di velluto. Anche la sua carriera è di quelle tutt’altro che consuete: già ufficiale delle Capitanerie di porto, avvocato, poi segretario generale dell’Azienda Mezzi Meccanici con Franco Cecchetti alla presidenza, infine segretario generale per l’intero mandato Marcucci alla Port Authority.  Marcucci e Ruffini, recitano le sagre portuali, sono stati “i cavalieri che fecero l’impresa”. Oppure, per qualcuno più caustico, il gatto e la volpe.

Oggi dall’osservatorio della presidenza del Propeller – un centinaio di soci, il terzo in Italia per le città di mare dopo Genova e Ravenna – l’avvocato & comandante Ruffini si può permettere di rispondere senza giri di parole alle domande sul porto e specialmente su dove sta andando il porto. Ecco l’intervista.

Presidente, il Pot oggi in discussione ha secondo lei sostanziali elementi di novità rispetto a quelli del passato?

“Non v’è dubbio che, come evidenziato nelle prime pagine, il nuovo piano operativo triennale 2010-12 si differenzi notevolmente rispetto a quelli precedenti per completezza dei temi trattati e per una nuova visione strategica delle attività portuali: cito solo Green Port, formazione ed innovazione, security & safety…”

Tutto bene dunque secondo lei?

“Permangono a mio parere anche alcune perplessità e l’esigenza di maggiori approfondimenti per le tematiche più strettamente operative”.

Per esempio?

“Prendiamo il Mediceo e tutta l’area della cosiddetta nuova “Porta a mare”. L’aver riunito in un solo comparto porto turistico e cantieristica non sembra convincere sull’assetto funzionale. Troppo distanti sono le esigenze dei due poli, troppo lontano il rinvio al nuovo piano regolatore portuale per definire davvero la sorte del sistema dei bacini. Occorrerebbe anticipare l’approvazione della perizia del bacino grande ai fini della gara pubblica di assegnazione. E sul bacino galleggiante, collaudato seppur con alcune osservazioni di merito, è importante non eludere le attese della naval-meccanica e procedere con urgenza alla concessione. Nulla viene detto, infine, del bacino della darsena Nuova, che pure al presente è molto utilizzato”.

Perplessità, per quanto ci risulta, anche sulle crociere?

“I traffici del comparto hanno tassi di crescita tra i più elevati anche nel prossimo futuro. Ma a mio parere la mancata definizione degli ormeggi e i vari tentennamenti sul molo Italia oltre a influire negativamente sulla privatizzazione della Porto 2000 pregiudicano la speranza di incrementare gli arrivi di navi oltre 300 metri, lunghezza che già l’anno prossimo diventerà ordinaria per molte delle compagnie che scalano Livorno. Navi del genere non potranno andare né al molo 75 né alle banchine del Mediceo. Occorrono scelte coraggiose che incidano nel permanere dell’incompatibilità tra crociere ed altri traffici”.

Qualche suggerimento nello specifico…

“Non si comprende, e non per logiche puramente commerciali, perché si sia deciso di approfondire a -13 il fondale della banchina interna del molo Italia lasciando inutilizzata l’altra banchina, quella verso la Darsena Petroli. Resta anche da decidere la destinazione della calata Alto Fondale quando la Dole si trasferirà al nuovo Reefer. Anche qui, contrasto tra traffici commerciali e crociere, senza dimenticare che l’Alto Fondale è tuttora sottoposta a vincolo di concessione terminalistica nei confronti della Cilp e che la trasposizione sul Molo Italia dei privilegi di attracco  all’accosto 46 ulteriormente danneggia l’utilizzo dell’accosto 42 da parte delle navi passeggeri. Anche sull’utilizzo di piattaforme galleggianti per i ro/ro ho qualche perplessità: si è a lungo sperimentato la loro non adeguatezza per motivi di safety, specie per i sovraccarichi dei mezzi da movimentare: invece se ne prevedono altre di fatto minimizzando e dilazionando l’accosto poppiero alla Bengasi”.

Buona parte delle perplessità che circolano sul Pot sono centrate sulla sponda Est…

“Sul porto Multipurpose previsto per la sponda Est della Darsena Toscana – ma quando sarà agibile davvero l’ultimo lotto? – s’insinua il diabolico virus della controriforma, per cui si prospetta una gestione a carattere pubblico con solo garanzia di accosto riservato ai concessionari delle aree limitrofe. Siamo insomma al totale capovolgimento dei capisaldi della legge 84/94 che si attestava sulla terminalizzazione delle aree e delle banchine e che già allora si definiva Legge di Riforma degli ordinamenti portuali. Siamo dunque – e lo ripeto – ad una controriforma, al ritorno del sistema degli accosti pubblici, preferenziali, riservati; con tanto di condanna al rogo dei nuovi eretici?

Insomma non si può dire che non manchino perplessità sul Pot da parte sua…

“Vorrei aggiungere anche un’ultima osservazione, sempre con lo spirito di fornire un contributo: a mio parere c’è una grave omissione nella manutenzione dei fondali del porto, sottoposti a un continuo insabbiamento. Non basta programmare dragaggi nuovi se non si provvede a mantenere quelli già esistenti e se la Darsena Toscana, per la mancata realizzazione delle porte vinciane sul Navicelli finirà presto o tardi per diventare essa stessa una sorta di … vasca di colmata”.

Antonio Fulvi

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