Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Per Gallanti si apre la corsa al segretario

Giuliano Gallanti

LIVORNO – Non è proprio una “Pax Romana” (ve la ricordate la definizione? “Hanno distrutto tutto e l’hanno chiamata pace”) ma almeno è la chiusura di una lunga, mortificante e amara vicenda: con la definitiva cacciata di Roberto Piccini dalla presidenza della Port Authority e la designazione, a questo punto unanime, dell’avvocato Giuliano Gallanti come suo successore.

L’atto formale della “terna” si è concluso con il nome di Gallanti fatto da Comune, Provincia e isola di Capraia; ed affiancato a due nomi “sacrificali” il comandante Angelo Roma attuale amministratore di Toremar da parte del Comune e il presidente della Spedimar Roberto Alberti da parte della Camera di Commercio. Due personaggi non certo di secondo piano, che si sono messi a disposizione consapevoli di far solo parte della recita. Così il ministro ha la sua “terna” e può sbloccare velocemente la gestione commissariale, secondo l’accordo già raggiunto con il governatore della Toscana, completando l’iter formale del provvedimento (le commissioni di Camera e Senato) e quindi il decreto. Al ministro – si è ribadito – interessava solo “far fuori” Piccini: e la resistenza dei livornesi è stata progressivamente sempre più tiepida, dopo le iniziali minacce di sfracelli.

[hidepost]

Con buona pace di Roberto Piccini, si chiude un’epoca che per Livorno è stata caratterizzata da presidenti livornesi. Il prossimo, Giuliano Gallanti, è peraltro un personaggio di levatura internazionale, già presidente dell’associazione dei porti dell’Europa oltre che dell’Authority di Genova, le cui relazioni e la cui esperienza vengono considerati molti utili a Livorno, specie nella delicata fase della collocazione di questo porto tra i cinquanta “di interesse europeo in collegamento alle reti Ten”.

Gallanti non ha fatto mistero di due cose: con molta onestà di sapere poco di Livorno e dei suoi programmi (all’inizio ignorava anche il “sogno” della Piattaforma Europa); e della necessità di avere un segretario generale capace di aiutarlo nel lavoro “di cucina”, quindi molto addentro alle problematiche del porto. Ma non è entrato nel merito, ad oggi.

Sarà dunque sul segretario generale che si lavorerà adesso per dare “al genovese” il necessario supporto locale. E i nomi che circolano sono svariati, anche se non tutti totalmente attendibili: si va da quelli prospettati in un incontro la settimana scorsa alla Regione (Federico Barbera e Umberto Paoletti) a quelli sussurrati in ambito più o meno marittimo (Matteo Paroli e, filtrato da ambienti genovesi, l’attuale segretario generale di Bari Sommariva, che potrebbe essere proposto dallo stesso Gallanti). Con un solo dettaglio: secondo la legge il segretario generale è nominato dal comitato portuale, su indicazione del presidente. Il che significa che se il comitato non fosse d’accordo, il presidente avrebbe difficoltà ad imporlo. E per il momento è tutto.

A.F.

[/hidepost]

Pubblicato il
23 Febbraio 2011

Potrebbe interessarti

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio