Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Le provocazioni e il sesso degli angeli

LIVORNO – La domanda, da parte di molti, non è provocatoria: non sarà che il piano provocatorio sul “porto che vorrei” di Gallanti sarebbe un modo di buttar la palla in fallo, scendendo una discussione sui massimi sistemi mentre zitti zitti (o quasi) si cominciano a tagliar le unghie di quelli concreti ed attuali?

[hidepost]

Lo fa pensare il fatto che per domani, giovedì, Gallanti ha di nuovo convocato la commissione consultiva, e non sul sesso degli angeli ma su temi estremamente attuali: primo di tutti le autorizzazioni a Sintermar ed Elia per operare sul terminal privato ex art. 16. Poi lo stesso tema, insieme agli aggiustamenti di bilancio e ad altre autorizzazioni, andrà al comitato portuale di lunedì prossimo 25 luglio. Un pressing non male, visti i tempi ai quali il porto era abituato. E non è impossibile che tra le “comunicazioni” del presidente, si torni anche a parlare del delicatissimo problema del segretario generale. Insomma, questa volta siamo ai fuochi artificiali, altro che al porto-provocazione “che Gallanti vorrebbe”. Da commentare: un caso classico di vorrei ma non posso?

Vero è che il presidente dell’Authority ha sparato le sue cannonate virtuali sottolineando – e ci sta tornando sopra – che il progetto è di Modimar, e che parte dall’ipotesi astratta di ricominciare tutto da capo, senza tener conto delle realtà attuali. Ma si da il caso che il porto c’era anche prima di Gallanti, che ha le sue articolazioni, ed ha fatto anche scelte: magari in qualche caso discutibili, ma che ci sono e non si cancellano con un tratto di pennarello Modimar.

E’ il caso di ricordare che sul tema delle riparazioni navali la provocazione di Gallanti non aiuta certo né a trovare una soluzione né a pacificare gli animi: entrambi obiettivi fondamentali per un’Authority che – come recita la legge – non è organo di governo ma di programmazione. Tutti sanno da sempre che le riparazioni nell’area attuale dei bacini sono incompatibili non solo con le eventuali villette della Porta a Mare, ma con l’intero impianto di Benetti/Azimut al servizio dei grandi yachts. Ribadire che i bacini dovranno funzionare di nuovo, andando a gara (e magari interessano qualche grande gruppo genovese che a Genova sta da tempi stretto) è voler cambiare tutto con sfracassi enormi, dagli accordi per l’Orlando in poi. E’ davvero questo che si vuole?

A.F.

[/hidepost]

Pubblicato il
20 Luglio 2011

Potrebbe interessarti

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio