Faldo, il “caso Toyota”

La gara per lo sbarco dei giapponesi e la “qualità” del lavoro – Le posizioni dei lavoratori portuali in una accesa assemblea

Cesare Tambussi

LIVORNO – Auto che vengono, auto che vanno: e quando il gioco si fa duro, i duri giocano. Come nel caso delle Toyota, che da anni sbarcano a Livorno e prima erano business di Elia, poi sono state “conquistate” dal Faldo (Cilp-Koelliker) e adesso pare che stiano per rientrare all’ovile di Elia – nella fattispecie, appoggiato con la società Wintermar alla Sintermar – malgrado le controproposte del Faldo, basate in particolare sulla superiore gamma di servizi. Una gamma sulla quale si è soffermato a lungo Cesare Tambussi, amministratore delegato del Faldo in un incontro con la stampa teso a evidenziare non solo le strutture del famoso autoparco in area Collesalvetti, ma anche la sua “filosofia” basata sulla qualità totale dei servizi. “Saremmo davvero sorpresi – ha detto tra l’altro Tambussi – se una marca che non cito (Toyota, n.d.r.) che ha fatto della qualità totale il suo punto forte e del “Kaiden” il suo credo, dovesse lasciarci per una location diversa, che non cito (Sintermar, n.d.r.) solo per un eventuale ritocco tariffario del ciclo di sbarco”.

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