Super-bacini di carenaggio: genovesi puntano su Marsiglia

Trattative quasi concluse per il più grande complesso del Mediterraneo – Le vicende collegate del sesto bacino della Lanterna e di quello ancora fermo a Livorno

GENOVA – Il più grande bacino di carenaggio del Mediterraneo, quello di Marsiglia, sta per essere acquisito dalla joint-venture genovese tra Mariotti e San Giorgio, con il supporto (o la concorrenza?) dei coreani di Chantiers de L’Atlantique.


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1 COMMENTO

  1. Ottimo articolo anche se sottolinea tutti quelli che sono i problemi mai risolti di casa nostra, in tutti i campi. Il mio commento si conclude con questa:

    Fantastoria…ALL’ ITALIANA !

    “C’era una volta una ridente cittadina costiera che aveva un cantiere navale di solide tradizioni.
    Finì in cattive acque e fu rilevato dall’ industria cantieristica di stato del suo paese, non meno disastrato del povero cantiere della nostra storia. Essa forse non lo utilizzò male, ma ad un certo punto volle, o dovette, cederlo ad altro ente.
    Il manoscritto che ci è pervenuto lo nomina “Cooperative R…”, ma é talmente malandato e vetusto che non è dato di leggere il nome completo: pertanto nel prosieguo le chiameremo semplicemente “Cooperative”.

    Per un certo periodo fu un successo: nessun armatore avrebbe rinunciato ad una nave fatta da loro. Col passare del tempo il
    vento cambiò ed anche con i nuovi arrivati le difficoltà cominciarono a farsi sentire. Andò in crisi e dovette cessare le sue
    attività, anche se i clienti non mancavano.
    Si scoprì più tardi che una delle ragioni di tanto successo risiedeva nel fatto che tra le sue consuetudini commerciali vigeva
    quella del “compri tre paghi uno”, ottima per attirare clienti, ma che se la si tira troppo in lungo dà risultati catastrofici, come in realtà accadde.
    Come fu che i “nuovi acquirenti”, le “Cooperative”, non se ne siano accorti in tempo non ci è dato sapere, ma qualche acuto
    osservatore formula l’ ipotesi che il fatto potesse essere voluto intenzionalmente, progettato con largo anticipo, e portato a
    termine attraverso un lungo percorso che sta dando i suoi frutti.

    Per arrivare presto al dunque, anche se la storia é MOLTO più lunga, riportiamo dalle cronache del tempo che il cantiere in
    argomento, passato per diverse mani, aveva anche l’ utilizzo di un bacino di carenaggio in muratura, un’ opera colossale che nel raggio di svariate miglia ne trova poche di eguali. L’ utilizzo di tale opera gli era concesso dallo stato, che ne era il legittimo proprietario, con la clausola, riteniamo, che l’ utilizzatore dovesse anche provvedere alla sua buona conservazione e manutenzione.
    Ciò non fu, per svariati anni e grazie alle diversi “mani” che se lo sono passato, ed ora tale bacino versa in condizioni precarie, pressoché inutilizzabile nonostante che le sue dimensioni lo renderebbero competivo rispetto ad altri meglio conservati che si trovano in località che si affacciano sullo stesso mare.”

    Qui il manoscritto si ferma e per quel poco che possiamo continuiamo noi.
    Nel corso delle ultime vicissitudini dell’ ultimo utilizzatore, le “Cooperative”, é stata loro assegnata la costruzione di un
    nuovo bacino, in acciaio e di minori dimensioni, di tipo galleggiante, in modo da poterlo agevolmente posizionare nel luogo
    più idoneo al suo utilizzo. Di fatto anch’ esso serve a poco, ed é sempre più di ingombro a tutti coloro i quali, nella nostra
    ridente cittadina marinara pensano a tutto meno che a costruire o riparare navi.
    Ci fermiamo qui, per rimanere in tema “bacini”, anche se la storia presenta molti aspetti collegati, solo apparentemente disgiunti.
    Concludiamo ricordando che anni or sono in altra città marinara affacciantesi sullo stesso mare dello stesso paese fu intrapresa la costruzione di un ENORME bacino galleggiante in cemento armato, opera che arrivò al termine con mille vicissitudini e tra mille polemiche, tanto che fu venduta ad un cliente straniero che ha saputo negli anni trarne il dovuto profitto.

    Come tutte le storie che si rispettano essa necessita di una morale, che nel nostro caso porta un punto di domanda alla fine:

    PERCHE’ SOLO ALTRI AL DI FUORI DEL NOSTRO PAESE RIESCONO A FAR FUNZIONARE, MANTENERE, CONSERVARE I BACINI DI CARENAGGIO, FACENDOLI RENDERE IL GIUSTO IMPIEGANDOLI SAPIENTEMENTE E PROFICUAMENTE PER GLI SCOPI PER I QUALI SONO STATI CONCEPITI E COSTRUITI ?

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