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Il gioco: impallinare i locali?

CARRARA – Me la consentite una riflessione? Giorgio Bucchioni va benissimo: è un esperto, è una persona intelligente, mi è anche simpatico perché è spiritoso e pochissimo permaloso. Però mi chiedo, in via generale, se non si stia affermando il principio che per le Autorità Portuali, Nemo Profheta In Patria (dai Vangeli, secondo Marco). Ovvero: a capo dei porti ci vuole qualcuno di foravia. E se Bucchioni diventa commissario, è quasi scontato che poi (salvo macroscopiche cazzate) diventerà anche presidente.


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Gli esempi dei foravia, ultimamente si sprecano. Quello più vicino è Livorno con il genovese (ohibò) Gallanti, completato per la segreteria generale dal romano (doppio ohibò) Provinciali. Ma abbiamo un Canepa (livornese) ad Ancona, un gardesano (Dassatti) a Napoli, persino un greco in un importante porto del sud.

Resistono per ora, con gente del luogo, Piombino (ma contro Luciano Guerrieri non c’è stata una voce che fosse una, di destra o di sinistra), Civitavecchia (Monti: che non ha niente a che fare con il Professore), La Spezia (Forcieri), Trieste (la Monassi, peraltro dopo un veneziano) e pochi altri.

A Carrara, la terna dei locali è stata invece impallinata. Non sono all’altezza? Almeno su uno di loro, che conosco da tempo, oso dissentire: Leonardo Martini, che è carrarino puro, è anche e specialmente un tecnico puro, che al Terminal darsena Toscana di Livorno ha combattuto contro la corazzata Cilp & AP da tecnico e non da politico. E si è assunto le proprie responsabilità a scontro finito senza cercare scuse né nascondersi sotto le gonnelle del padrone. Io, Leonardo Martini lo stimo. E mi dispiace se questo dovesse segnare l’estremo contributo a segarlo per sempre; ma credo che sarebbe (o sarebbe stato?) un buon presidente del porto di Carrara.

Antonio Fulvi

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Pubblicato il
18 Febbraio 2012

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