Fito-patologo chiude al TDT e va al Vespucci
LIVORNO – Se ci fosse un limite al peggio, potremmo dire che siamo vicini a superarlo. Almeno a sentire gli spedizionieri livornesi, che peraltro sono solo la punta di lancia – su questo problema – di tutte le categorie portuali.
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Perché dopo l’annunciato trasferimento degli uffici della dogana dall’attuale sede dell’ex Borma al vecchio palazzo di piazza dell’Arsenale, un’altra “legnata” si sta abbattendo sulla categoria: la chiusura dell’ufficio del fito-patologo in Darsena Toscana e il suo concentramento negli uffici dell’interporto Vespucci.
Decisione, quest’ultima, della Regione Toscana: che a quanto pare non si coordina con le categorie del porto ma fa le sue scelte sulla base di un criterio (molto opinabile) di concentramento delle risorse. Il problema è che al Vespucci arrivano solo una parte, e nemmeno la maggiore, dei contenitori per i quali è necessaria la visita del fito-patologo: così l’operatore spedizioniere in molti casi è costretto ad andare al Vespucci, prendere a bordo della propria auto il fito-patologo, portarlo in Darsena Toscana o sulla sponda Est, fargli fare la pratica e riportarlo indietro. E se per caso ci fosse la necessità anche del veterinario o della sanità, altri viaggi e altri giorni persi. “Se vogliamo che gli ultimi brandelli di competitività del porto siano perduti – dice amareggiato il presidente della Spedimar Roberto Alberti – siamo sulla strada”.
Oggi la Spedimar dovrebbe incontrarsi con il dirigente regionale dell’Agenzia delle Dogane dottor Brosco, in particolare per cercare di scongiurare (cosa difficile) il trasferimento degli uffici in via dell’Arsenale. Trasferimento che è stato slittato per il ritardo dei lavori al vecchio immobile, ma che sembra ormai certo. Sulla scelta della Regione per la concentrazione al Vespucci del fito-patologo invece, pare che a Firenze gli uffici non si parlino tra loro e gli appelli rivolti all’assessore Simoncini si siano impantanati in qualche corridoio. E si critica tanto la burocrazia incapace di Roma…
A.F.
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