Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Condannati a Roma i pirati che assalirono la “Montecristo”

Diciannove anni di reclusione al capo della banda: ma non è stata riconosciuta l’aggravante del terrorismo – La nave è ancora impegnata in acque “pericolose”

ROMA – Si concluderà solo la prossima settimana, giovedì 31 gennaio, il processo alla corte d’Assise di Roma contro i pirati che il 10 ottobre del 2011 assalirono la motonave “Montecristo” al largo delle coste somale, ma non riuscirono a dirottarla grazie alla resistenza dell’equipaggio che si chiuse nella “cittadella” della nave e bloccò il timone. La “Montecristo” fu liberata in tempo record da un commando delle forze internazionali che pattugliavano – e ancora oggi pattugliano – le aree a rischio davanti al Corno d’Africa. I pirati somali furono trasferiti poi nelle carceri italiane e per la prima volta sono stati giudicati da un nostro tribunale.
[hidepost]Una prima parte della sentenza è stata emessa nei giorni scorsi. La terza sessione della Corte d’Assise di Roma ha infatti condannato a 19 anni il capo della banda somala che assalì la nave; gli altri sette della banda sono stati condannati a 16 anni di reclusione, mentre l’ultimo pirata dovrà essere giudicato giovedì 31 gennaio.
La sentenza ha già fatto discutere l’ambiente navale perché contro la richiesta del pubblico ministero (22 anni per il capo, 18 anni per tutti gli altri) i giudici hanno obiettato che i reati contestati non hanno avuto l’aggravante del terrorismo come richiesto dal pm. I somali sono stati quindi condannati “solo” per tentato sequestro a scopo di estorsione, detenzione di armi da guerra e danneggiamento della nave.
Il gruppo D’Alesio, vittima del tentato sequestro – ma anche assurto a caso internazionale di comportamento eccellente dell’equipaggio, con riconoscimenti da tutte le marinerie – non ha voluto commentare la sentenza. La sua nave oggetto del fallito sequestro, la “Montecristo” naviga tuttora in quei mari, tra la Cina, l’India e il golfo, e proprio in questi giorni ha fatto parte di un convoglio scortato dalle navi militari di “Atalanta” tra le quali c’è anche un contingente della nostra Marina Militare.

[/hidepost]

Pubblicato il
23 Gennaio 2013

Potrebbe interessarti

“Non solo editore”

È stato, per chi l’ha conosciuto, un maestro di vita: appassionato del mare, del bello scrivere e anche delle gioie che possono venirne. Uomo di cultura, mai ostentata ma semmai offerta con un filo di...

Editoriale
- A.F.
Leggi ancora

Nautica e navigatori al Salone di Genova

Passata la festa, diceva un vecchio proverbio un po’ blasfemo, gabbato lo Santo. Passato il Salone Nautico di Genova, appuntamento imperdibile per tutti gli appassionati, sono state tirate le somme: ufficialmente, la nautica italiana...

Editoriale
- ANTONIO FULVI
Leggi ancora

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio