Livorno, un porto d’Europa? più che altro, dei battibecchi

Molti interventi a tante problematiche, ma anche la consapevolezza che non si riesce a fare davvero squadra – Il futuro del retroporto e il contestato ingresso di Collesalvetti nel comitato portuale – L’AD dell’aeroporto alla burocrazia: tempi biblici per spostare una linea di demanio

Nella foto: (da destra) Gina Giani, Lorenzo Bacci, Massimo Provinciali, Adriano Poggiali.

GUASTICCE – In tempi pre-elettorali, anche i dibattiti sui massimi sistemi – o sui minimi, trattandosi del porto di Livorno che certo non svetta – vanno presi con un po’ di distacco. Quando poi la premessa è un tema tanto generico quanto ovvio (“Il porto può essere volano di sviluppo”) il distacco critico diventa d’obbligo.
Eppure nel workshop di venerdì sera all’interporto-retroporto “Vespucci” di Guasticce organizzato dalla Fondazione della Libertà presieduta da Altero Matteoli su “Livorno, porto della Toscana, porto d’Europa”, la facile tematica dello sviluppo ha dato luogo a un dibattito tutt’altro che formale, con spunti polemici e chiarimenti di sostanza che hanno portato anche parte degli oratori a togliersi più d’un sassolino dalla scarpa.
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