La riforma della legge 84/94? Rifondazione critica sul testo
Le linee guida nel decreto Sblocca Italia e gli accorpamenti delle Autorità portuali – Il problema delle nomine dei presidenti delle Autorità e il ruolo di Regioni e comuni

Vladimiro Mannocci
Sul dibattito che si è acceso a Livorno intorno alla Porto 2000 e la sua prossima privatizzazione interviene oggi una nota di Rifondazione comunista firmata da Vladimiro Mannocci, che affronta i temi della prossima (?) e tanto dibattuta riforma della 84/94. La pubblichiamo anche a conferma che ci sono settori della politica portuale impegnati a difendere la tesi che i porti debbono rimanere in mano alle istituzioni pubbliche e non essere gestiti con criteri privatistici tagliando fuori la politica.
LIVORNO – Non voglio entrare nella polemica di questi giorni rispetto alla c.d. privatizzazione della Porto di Livorno 2000 e sul fatto che l’intervento del Gruppo Consiliare del M5S rischia di aprire un conflitto istituzionale che è bene evitare.
[hidepost]Da quando è stata approvata la legge 84/94 nelle varie città portuali abbiamo assistito spesso a problemi di rapporti fra Amministrazioni elettive e ruoli e funzioni della Autorità portuali, che hanno una connotazione e delle prerogative specifiche che sono definite per legge. Per evitare conflitti istituzionali, che sono sempre un fattore negativo, è necessario attuare percorsi politici nei quali le amministrazioni elettive siano in condizione di definire cornici e tracciati strategici sul piano della programmazione del territorio, compreso l’ambito portuale.
Ed operare quindi ricercando sempre quella “leale collaborazione” utile per risolvere i problemi, altrimenti si corre il rischio di scadere più sul terreno ideologico e gestionale che non di governo, così come hanno fatto le precedenti amministrazioni. Sforziamoci tutti di evitare discussioni da “vecchie comari”, delle quali pensiamo Livorno non abbia bisogno. Troviamo improduttiva la gara su chi rappresenta il volere dei cittadini come strumento di contrapposizione, fra chi è buono e chi è cattivo, fra chi sbaglia e chi fa bene. Un tema, quello della rappresentatività, da usare con cautela specie da questa Amministrazione che ha vinto con il 25% dei voti del corpo elettorale livornese. Allora dobbiamo dare spazio alla Politica ed abbandonare pratiche politiciste che hanno portato Livorno nelle gravi condizioni in cui si trova oggi.
Che Livorno abbia perso un ruolo di indirizzo nella portualità nazionale lo stiamo affermando da tempo, infatti se continuiamo a guardare il particolare, rischiamo di fare la guardia al “bidone vuoto”. Nel decreto “Sblocca Italia” che dovrebbe essere approvato da il Consiglio dei Ministri nei prossimi giorni, sono inseriti alcuni emendamenti figli di una proposta congiunta Serracchiani/Lupi, che oltre ad accorpare le attuali Autorità portuali (Livorno/Piombino) costituiscono in modo pasticciato dei distretti logistici. Questa proposta, coerente con il modello “autoritario” del PD di Renzi e di Berlusconi & C, dà subito una mazzata al ruolo degli Enti Locali, compreso il Comune, a partire per adesso dalla nomina dei futuri presidenti delle Autorità portuali. Infatti l’attuale ordinamento prevede che i Presidenti siano: “nominati previa intesa con la Regione interessata, con decreto del ministro dei Trasporti e della Navigazione, nell’ambito di una terna di esperti di massima e comprovata qualificazione professionale nei settori dell’economia dei trasporti e portuale designati rispettivamente dalla Provincia, dai Comuni e dalle Camere di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura, la cui competenza territoriale coincide, in tutto o in parte, con la circoscrizione di cui all’articolo 6, comma 7. La terna è comunicata al ministro dei Trasporti e della nNavigazione tre mesi prima della scadenza del mandato. Il ministro, con atto motivato, può chiedere di comunicare entro trenta giorni dalla richiesta una seconda terna di candidati nell’ambito della quale effettuare la nomina. Qualora non pervenga nei termini alcuna designazione, il ministro nomina il presidente, previa intesa con la regione interessata, comunque tra personalità che risultano esperte e di massima e comprovata qualificazione professionale nei settori dell’economia dei trasporti e portuale”.
Con questo blitz sarà il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti a “Selezionare, individuare e nominare il presidente tra soggetti aventi esperienze amministrative o istituzionali o professionali pertinenti e compatibili con gli indirizzi e le competenze dei distretti logistici, sentito il parere dei presidenti delle Regioni interessate”. Quindi i Comuni spariscono direttamente dalla scena e la Regione potrà limitarsi a dare un “parere” che è altra cosa rispetto al fatto che i presidenti A.P. siano nominati “previa intesa con la Regione interessata”.
Le sorprese non finiscono qui, nel testo Lupi/Serracchiani, ma questa parte non rientra del corpo del D.L., i presidenti delle Autorità portuali diventeranno una sorta di “amministratori unici” di questi enti e i Comitati Portuali non avranno più poteri di deliberare ma daranno solo “pareri”. Insomma se esistono problemi con l’attuale ordinamento fra gli organi dell’A.P e le amministrazioni elettive, figuriamoci cosa accadrà quando passeranno queste modifiche in Parlamento. Tutto questo stà passando sulla testa dei cittadini, del Parlamento ecc. Chiediamo alle forze politiche livornesi i cui gruppi sono presenti in consiglio comunale, ai sindacati ed ai rappresentanti datoriali, ma voi siete d’accordo con questa impostazione? Noi no. Purtroppo a Livorno questi problemi non vengono discussi ne in sede politica ne in quella istituzionale. Sindaco Nogarin ANCI è d’accordo? Suggeriamo che il consiglio comunale organizzi delle audizioni con il senatore Marco Filippi e magari anche con i senatori del M5S presenti nell’VII° Commisione.
Vladimiro Mannocci
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