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Piano regolatore del porto: “brutto anatroccolo” ma urgente

L’intervento del segretario Luigi Moggia al convegno della Cgil – La prevalenza dei contenitori

LIVORNO – Nel programma della coalizione della Sinistra – scrive Luigi Moggia del Circolo Porto di PRC a Livorno – abbiamo mosso critiche al progetto originario di Darsena Europa: un terminal per contenitori in condizione di creare un’offerta di 3 milioni di teus, cifra irraggiungibile anche nelle migliori previsioni per i prossimi vent’anni, e una spesa di 1 miliardo e 200 milioni di euro.
[hidepost]La critica all’overcapacity del progetto “monster”, che oggi è ridimensionato e molto più realistico, non ha però mai messo in discussione il fatto che partendo dall’utilizzo delle due vasche di “colmata”, si dovesse realizzare l’espansione a mare per recuperare quel gap competitivo che l’inerzia programmatica di questa città e di questo porto hanno prodotto. Dopo decenni di disinteressamento della Regione a Livorno ed il suo porto, non possiamo che prendere atto della disponibilità espressa da Rossi di puntare sullo scalo labronico per rafforzare l’asse mare/terra, alla cui base vi siano due priorità: il rafforzamento commerciale del porto e la sua relazione con una reindustrializzazione del nostro territorio. Vedremo se si tratta solo di propaganda elettorale: certo è che anche Livorno deve fare la sua parte con idee e progetti concreti da mettere sul tavolo istituzionale che affronterà i problemi della crisi e del rilancio della nostra economia. La contrapposizione del gruppo consiliare del M5S e la Giunta del Comune di Livorno sul punto specifico della Darsena Europa, per non votare le varianti anticipatrici e chiudere la partita del PRP, non convince anche chi, come noi è contrario alla logica delle “grandi opere” e punta più sulle cosiddette soluzioni dell’”ultimo miglio” per eliminare quei colli di bottiglia, come strumento di rilancio del settore logistico e portuale e anche il nostro scalo”.
Al di la del conflitto istituzionale fra Comune e resto del mondo, non è condivisibile il profilo di porto che esce dalla posizione del M5S: cioè un porto a prevalenza ro-ro e crociere, con un forte depotenziamento del settore break bulk nelle sue diverse componenti e specializzazioni: contenitori, project cargo, merce varia, auto nuove ecc. E’ noto che un porto senza l’attività dei contenitori non esiste statisticamente. E’ vero, non si vive solo di contenitori, ma nella nostra situazione sarebbe di gran lunga peggiore vivere senza questo settore merceologico che rimane oggi quello a maggior valore aggiunto e soprattutto per il fatto che è da questa tipologia che si misura e si sostiene l’efficacia del tessuto produttivo circostante. Avremmo molte critiche da fare a questo PRG, ma a nostro avviso deve essere approvato, aprendo simultaneamente un confronto in condizione di produrre delle varianti correttive. Non scordiamoci che la Darsena Toscana è stata costruita con una variante al vecchio Piano Regolatore, di contro il Molo Italia, previsto nel vecchio piano è stato realizzato dopo più di cinquant’anni. Non approvare oggi questo “brutto anatroccolo” – conclude Moggia – significherebbe anche lasciare spazio a dinamiche spontaneiste interne al porto con il rischio di dilatare situazioni di conflitto interno, basato sul dumping tariffario con ricadute negative sul piano economico e sulla condizione reale dei lavoratori del porto. Nel recente convegno organizzato dalla Filt Cgil, i lavoratori in carne ed ossa hanno chiesto unità d’intenti ed una maggiore stabilità di questo importante settore della nostra economia. Chi governa una città ha il dovere di assumersi delle responsabilità che passano anche da compromessi chiari e gestibili.

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Pubblicato il
31 Dicembre 2014

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