Federagenti apre la “guerra” contro la plastica sul mare
ROMA – Isole di plastica, il pericolo è dietro l’angolo. Con un Mediterraneo che si è scoperto improvvisamente vulnerabile e rischi concreti che incombono sulle perle turistiche che vi si affacciano, Federagenti, la Federazione degli agenti marittimi, ha deciso di rompere gli indugi lanciando una vera e propria alleanza trasversale per fronteggiare e anticipare questa emergenza. L’abbiamo già riferito, parlando della recente assemblea di Porto Cervo. Dal successivo Forum del lusso possibile, giunto alla sua quarta edizione, Federagenti, attraverso la sua Sezione Yacht, guidata da Giovanni Gasparini, ha proposto ai principali protagonisti delle rotte mediterranee un patto tra uomini di mare: equipaggi e comandi nave saranno coinvolti in un’attività di monitoraggio e segnalazione in tempo reale della concentrazione di rifiuti plastici. In parallelo società crocieristiche, compagnie di navigazione che svolgono servizi di collegamento ferry con le isole e società di leasing e gestione di flotte di yacht, si impegneranno a sensibilizzare i propri passeggeri su una tematica che rischia ogni giorno di più di diventare un’emergenza mediterranea.
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Il problema della plastica in mare sta diventando davvero sconvolgente. Sia che i rifiuti in questione arrivino dai fiumi e dagli scarichi più o meno abusivi delle città, sia che segnalino un residuo grado di inciviltà degli equipaggi delle navi che incrociano nei nostri mari. Chi naviga per diporto sa bene che non si tratta più di un fenomeno occasionale: ci sono sempre più vaste zone di mare, anche tra le isole della Toscana, dove gli ammassi di plastica formano delle vere e proprie distese dentro le quali sono ingabbiati pesci morti, meduse e altri organismi. Campagne contro la plastica sono state fatte anche dalla stessa Marina Militare, dall’associazione ambientalista Marevivo (che ha messo sotto accusa anche le microplastiche nei cosmetici, altrettanto micidiali anche se meno visibili) e da parte delle associazioni dei pescatori professionali. Si spera che tutto questo possa contribuire a una vera inversione di mentalità e a una cultura di rispetto del mare davvero diffusa.
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