Terminalismo e grandi network logistici, la globalizzazione è già l’oggi

Sergio Bologna

LIVORNO – Nella valanga di convegni, di webinar, di assemblee di settore che sta caratterizzando portualità e shipping nazionale – sembra quasi uno spasimo di vitalità contro lo schiacciasassi della pandemia – ha preso piede anche un interrogativo: i porti italiani, o addirittura i nodi strategici della logistica italiana, stanno diventando tutti presa della razzìa dei grandi network stranieri?

Angelo Roma

Il vicepresidente dell’interporto Vespucci di Guasticce – oggi di fatto retroporto dello scalo labronico – Angelo Roma, ci ha girato una lunga intervista del professor Sergio Bologna sul tema, che lo stesso Bologna gli ha a sua volta girato con una lusinghiera dedica (“All’amico Angelo Roma, che ci ha insegnato molte cose). L’intervista è stata pubblicata sul sito web triestino “Trieste” e ci sembra colga in pieno il momento storico-economico , partendo proprio dall’ingresso dei tedeschi della HHLA (Hamburg Hafen und Logistik) sul porto di Trieste.

Estrapoliamo le otto pagine, consapevoli di dover necessariamente massacrare un testo che meriterebbe la pubblicazione integrale. Vediamo.

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