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Patrimonio culturale come motore di sviluppo

Pino Musolino

ANCONA – Il ruolo del patrimonio culturale come leva per lo sviluppo sostenibile delle città portuali è il tema centrale della Conferenza internazionale che si è svolta ieri martedì online nell’ambito delle iniziative previste dal progetto europeo REMEMBER-Restoring the Memory of Adriatic ports sites. Maritime culture to foster Balanced Territorial growth”.

Un progetto che coinvolge 8 città marinare delle due sponde dell’Adriatico (Ancona, Ravenna, Venezia, Trieste, Fiume, Zara, Spalato, Dubrovnik) nell’intento di far riscoprire il valore del patrimonio culturale tangibile e intangibile legato alla relazione col mare, risorsa capace di generare ricchezza economica, culturale e artistica nei secoli.

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Rodolfo Giampieri

Grazie al contributo del Programma di cooperazione transfrontaliera Italia-Croazia 2014-2020, le Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale e Settentrionale e altri sei partner (AdSP del Mare Adriatico Centro-Settentrionale, del Mare Adriatico Orientale, Università Politecnica delle Marche, Autorità Portuali di Zara e Dubrovnik, Museo Nazionale di Zara, Agenzia per lo sviluppo regionale della Contea di Spalato-Dalmazia e Cluster del Trasporto Intermodale di Fiume) stanno lavorando insieme per proporre una nuova narrazione sul passato, il presente e il futuro della realtà portuale di ciascuno, mettendo in luce aspetti inediti con l’obiettivo di prospettare un modo nuovo di fruire di contenuti e percorsi conoscitivi sulla storia e le tradizioni marinare, sulle strutture e infrastrutture legate alla vita e alle funzionalità degli scali.

Una narrazione che sarà resa accattivante dalle nuove tecnologie e un’accessibilità garantita a 360°, grazie a devices di ultima generazione, saranno i tratti distintivi di un network di otto “esperienze virtuali” sulla cultura marittimo-portuale italiana e croata.

Il caso della virtualizzazione del patrimonio intangibile dell’Adriatico è stato dunque lo spunto per la Conferenza, ma da questo ci si eleva per la trattazione di temi di contesto ben più ampi collegati alle città sostenibili di nuova generazione.

A discuterne esperti di tutto rilievo come Ernesto Ottone Ramírez, direttore per la Cultura di UNESCO con il compito – come keynote speaker – di contestualizzare l’iniziativa a livello mondiale allineandola con i documenti ONU dell’ultimo decennio che assegnano alla cultura il ruolo di vero e proprio driver per sviluppo sostenibile delle città, per poi passare a circoscrivere il campo al caso delle città-porto con l’intervento di due tra le realtà più autorevoli a livello internazionale sul tema della relazione tra anima portuale e urbana delle città marinare ossia l’Università TUDelft, rappresentata dalla professoressa Carola Hein, (che ha affrontato la questione più dal punto di vista dell’architettura e dell’urbanistica) e AIVP-Associazione Internazionale delle città porto, rappresentata da Josè Sanchez, international project manager, sui casi dei cd. Port Centers disseminati nel mondo come strumento di successo per la valorizzazione e la trasmissione del patrimonio culturale intangibile.

La moderazione della conferenza è stata affidata al professore emerito Franco Farinelli, docente di Geografia Università di Bologna.

Sono intervenuti, per i saluti istituzionali, Pino Musolino, commissario straordinario dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale, Rodolfo Giampieri, presidente Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale e un rappresentante della Regione del Veneto, Autorità di gestione del Programma. Le conclusioni sono state riassunte ad opera di Valeria Mancinelli, sindaca di Ancona, delegata ANCI per le città-porto.

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Pubblicato il
25 Novembre 2020

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