MILANO – Non solo impilare, immagazzinare, proteggere e trasportare le merci. I pallet devono anche essere sostenibili, a ridotto impatto ambientale e antibatterici. Salvaguardare la salute delle persone e del Pianeta, infatti, rimane in cima all’elenco delle priorità anche nel 2021 e il tassello chiave del commercio nazionale e internazionale non può certo fare eccezione. A rendere il pallet EPAL più sicuro e sostenibile rispetto a uno in plastica non è solo l’innovazione tecnologica del pallet intelligente, già immesso sul mercato, ma anche il materiale di cui è composto: il legno. Materia prima millenaria, ancora oggi riesce ad avere la meglio su altri prodotti inventati dall’uomo, quasi a ricordare che molto spesso la chiave per un futuro migliore è fare un passo indietro, valorizzando quello che la Terra offre. Naturalmente antibatterico, la formazione di microrganismi è 13 volte inferiore rispetto a una superficie in plastica come confermato da uno studio del tedesco Institut für Holztechnologie, caratteristica che rende i pallet in legno perfetti per trasportare merci in tutta sicurezza anche in questo periodo segnato dal Covid-19. Realizzati con una risorsa rinnovabile, possono inoltre essere riparati e riutilizzati fino a quando non vengono poi riciclati per dare vita a nuovi prodotti e, come spiega una ricerca della Pennsylvania State University, hanno una “carboon footprint” fra il 72 e l’80% inferiore rispetto a quelli in plastica. Grande svantaggio di questi ultimi, invece, è l’utilizzo di derivati del petrolio o del gas naturale nella fase di produzione e la tendenza a diventare un ambiente ideale per la proliferazione dei batteri a causa delle sezioni ruvide che si creano con l’usura della sua superficie.
“L’industria del pallet, dichiarata essenziale nei mesi del lockdown, gioca un ruolo fondamentale nella catena di approvvigionamento. In un momento di incertezza, il pallet EPAL rimane la linfa vitale di tutti i settori: strumento per trasportare alimentari, beni di consumo, vaccini e tanto altro – spiega Davide Dellavalle, coordinatore del comitato tecnico EPAL di Conlegno – Il legno, materiale naturale che lo compone, e la possibilità di interscambiarlo e ripararlo ne fanno uno dei primi anelli dell’economia circolare europea. Possiamo quindi dire che i pallet EPAL rappresentano il connubio perfetto fra affidabilità, sostenibilità e sicurezza”.
A dimostrare come il pallet in legno sia la scelta migliore rispetto a uno in plastica è uno studio condotto dall’Institut für Holztechnologie di Dresda, in Germania, che ha evidenziato come i batteri abbiano un tasso di sopravvivenza minore sulle superfici dei pallet in legno rispetto a quelli in plastica, caratteristica che rende il loro uso raccomandabile soprattutto per trasportare beni alimentari. A renderlo possibile è il fatto che il legno sia un materiale poroso e igroscopico, ovvero capace di assorbire le molecole d’acqua presenti nell’ambiente, fattori che riducono la disponibilità di acqua per i batteri. Punto debole del pallet in plastica sono, invece, le sue parti ruvide, che danno vita alle condizioni ideali per la crescita dei microbi. Sempre secondo la ricerca tedesca, l’azione antibatterica del pallet in legno sarebbe addirittura 13 volte superiore rispetto a quella del suo collega in plastica; centrale però che il pallet sia utilizzato con le dovute precauzioni effettuando i trattamenti ad alta temperatura previsti dall’ISPM n.15, controllandone la qualità e la pulizia, riparandolo in caso di usura. Un risultato che conferma quello di un altro studio francese datato 2016, dal quale è emerso non solo come gli imballaggi in legno siano sicuri, ma anche come per 8 intervistati su 10 siano sinonimo di calore, benessere e tradizione.
Anche dal punto di vista della sostenibilità il divario è netto e vede vincente il pallet in legno: una ricerca condotta dalla Pennsylvania State University ha mostrato come siano più sostenibili rispetto a quelli in plastica in quanto, prendendo in considerazione un singolo viaggio, la “carboon footprint” del primo risulta fra il 72 e l’80% inferiore rispetto a quella del secondo. Una differenza sostanziale se si pensa che, solo in Italia, i pallet EPAL prodotti e riparati lo scorso anno sono stati oltre 11 milioni. Lo studio, che ha tenuto conto di diversi parametri importanti per la salvaguardia del pianeta quali influenza sul buco dell’ozono, inquinamento terrestre e acquatico, occupazione del suolo e utilizzo di fonti non rinnovabili, conferma anche il basso impatto del trattamento HT al quale ogni pallet EPAL prodotto o riparato deve andare incontro, che produce 12.69 kg CO2 eq.