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Dilettanti allo sbaraglio?

LIVORNO – Non mi è mai piaciuto sparare sulla Crocerossa: ma questa volta ci chiediamo davvero chi è che prepara certe norme destinate a diventare leggi. Perché non è possibile cavarcela, come in questo caso, con l’imbarazzata ammissione che “è stato fatto un errore”. Se un cittadino qualsiasi fa un errore anche minimo, i fulmini della Giustizia lo inchiodano, anche se ha sbagliato in buonafede su una delle quasi infinite norme che rallegrano il nostro “corpus” giuridico. Anche se non ha fatto alcun danno, non ha disturbato alcuno, non ha creato né scompigli né malintesi. Se invece la castroneria la fanno in ambito ministeriale, nel migliore dei casi si corregge a posteriori con un emendamento e buonanotte…

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Non chiediamo, è ovvio, la testa di qualcuno. Ma chiediamo almeno che le norme siano fatte da gente che se ne intende: se possibile consultando anche le categorie che le norme stesse dovranno poi applicare. Sarebbe bastato andare in un bar vicino a piazzale Asia e farsi un caffè con un autista di TIR per evitare l’ennesima brutta figura. I dilettanti allo sbaraglio lasciamoli ai glicini televisivi, per favore.

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ROMA – “Passi l’emergenza, passi la necessità di risolvere tanti problemi in un colpo solo, ma varare misure in materia di trasporti, senza ascoltare neppure una volta i diretti interessati, utilizzando la via della decretazione e rendendo vigenti norme di favore e di vantaggio solo per pochi, è davvero un po’ troppo”.

A denunciarlo è anche Maurizio Longo che in una lista sintetizza le misure, talora aberranti, inserite per la prima volta nel Paese, nel decreto infrastrutture, rinviando a tempi posteriori alla conversione in legge, il confronto (a quel punto quasi grottesco oltre che inutile) con le categorie interessate.

Senza preventivi confronti tecnico-economici nel trasporto delle merci, sono stati privilegiati all’interesse generale quelli di parti ben individuabili. Nel settore dei trasporti eccezionali si è dato valore immediatamente attuativo a una norma che causerà il blocco istantaneo di 500 veicoli, e con una liberalizzazione dei semirimorchi di oltre 15 metri che non otterrà il risultato sbandierato di una riduzione dei viaggi (1 solo pallet in più rispetto agli autotreni) generando invece confusione e difficoltà operative.

Per quanto concerne la revisione dei mezzi industriali alle officine private: viene ancora impedita agli autoveicoli (motrici e trattori) e concessa ai rimorchi per i quali già si prevedono aumenti di costo non indifferenti.

Nello stesso Decreto su infrastrutture e trasporti si aggiunge un piccolo contributo a fondo perduto per l’acquisizione delle abilitazioni di guida a giovani conducenti senza neanche prendere in considerazione il fatto che la carenza di conducenti non è legata al costo della patente ma è conseguenza di una concatenazione di cause ben più ampie e che in quanto tale richiede interventi di carattere strutturale.

In compenso il Decreto Legge non si occupa dei maggiori costi del carburante che, con le attuali condizioni normative, non possono essere rimbalzate sul costo finale della merce; ignora il problema dei tempi di attesa al carico e allo scarico, oggetto di una disposizione di legge che è quotidianamente violata; non si occupa del tema ormai scottante dei tempi di pagamento e della certezza del credito per le imprese di autotrasporto.

“Decreto omnibus – conclude Longo – ma solo per chi ne trae vantaggi”.

A.F.

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Pubblicato il
13 Novembre 2021

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