Il punto ad Oil&nonOil sulla transizione ecologica

VERONA – Ad Oil&nonOil aziende, operatori di settore e politica hanno fatto il punto sulle sfide della transizione ecologica; sulle sfide e le opportunità rappresentate dalla transizione energetica per la filiera dei carburanti; e di tutti i comparti associati, dalla produzione alla distribuzione fino ai servizi.

La 16ma edizione del salone Oil&nonOil – la tre giorni che dal 24 al 26 novembre a Veronafiere – ha riunito operatori del settore, aziende e associazioni in un momento di cambiamenti cruciali per il settore. Tra i temi al centro del dibattito il Piano di Ripresa e Resilienza (PNRR) e il pacchetto Fit for 55.

Nel suo intervento al convegno inaugurale “PNRR: l’Italia tra energia e mobilità sostenibile” il viceministro dello Sviluppo economico Alessandra Todde ha affermato in videoconferenza che “il concetto di mobilità sostenibile assume un ruolo centrale in quanto, sia a livello nazionale che europeo, coinvolge ogni sfera della vita del cittadino per cui è necessario che venga considerata sia in termini economici ma anche sociali ed ambientali. Il settore automotive costituisce un pilastro dell’industria e dell’economia italiana, contribuendo al 6,2 per cento del Pil, all’11 per cento del fatturato dell’industria manifatturiera e contando oltre 5.000 aziende”.

Le problematiche rappresentate da una transizione ecologica improntata sull’elettrificazione e su un calcolo delle emissioni “tank to wheel” e non sul “Life Cycle Assessment” sono state ampiamente delineate dal mondo associativo all’interno dei vari convegni e seminari dedicati. Tra le associazioni che hanno preso parte al salone: Alis; Assocostieri; Assogasmetano; Assopetroli-Assoenegia; Faib, Federchimica-Assogasliquidi; Federmetano; Unione Energie per la Mobilità.

Per gli operatori di settore vi è una forte preoccupazione per le conseguenze sulla filiera del pacchetto Fit for 55 che prevede la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra del 55 per cento rispetto ai livelli del 1990, con l’obbiettivo di arrivare alla “carbon neutrality” per il 2050, e che indirettamente prevede nei prossimi anni l’esclusione del motore endotermico (alimentato a benzina e gasolio), con il rischio di sconfessare dieci anni di politiche per lo sviluppo di carburanti alternativi e la neutralità tecnologica.

Quello delle infrastrutture è stato un altro tema ampiamente dibattuto durante la tre giorni. Nel suo intervento al convegno “Il futuro della logistica nelle nuove sfide globali”, Zeno D’Agostino, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale, ha inquadrato la questione in un contesto di “caos”, di cui la pandemia è solo uno degli elementi e in cui è difficile fare previsioni.

Il futuro sviluppo dell’idrogeno come vettore della transizione energetica è stato uno dei temi al centro del salone di quest’anno, con ben due convegni dedicati. 

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