Pandemia, no a frontiere chiuse

ROMA – È un’epidemia mondiale, sta cambiando il nostro modo di vivere e occorrono precauzioni. Ma bisogna anche salvaguardare la vita stessa, altrimenti rischiamo di tornare alle caverne. È la sintesi del documento veicolato da Confitarma, secondo il quale “Le reazioni istintive dei leader mondiali alla variante Omicron stanno mettendo i lavoratori dei trasporti e la catena di approvvigionamento globale a rischio di collasso.”

“I lavoratori dei trasporti transfrontalieri, – dice il documento – compresi i marittimi, gli equipaggi degli aerei e i conducenti, devono essere in grado di continuare a svolgere il proprio lavoro e attraversare le frontiere senza norme di viaggio eccessivamente restrittive, per mantenere in movimento le catene di approvvigionamento già in difficoltà.”

IATA, International Air Transport Association, ICS, International Chamber of Shipping, IRU, International Road Transport Union, e ITF, International Transport Workers’ Federation, hanno chiesto congiuntamente ai governi di non reimporre restrizioni alle frontiere che limitano ulteriormente la libertà di circolazione dei lavoratori dei trasporti internazionali e di imparare dalle lezioni degli ultimi due anni.

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