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General Export Livorno, il mantra “fast”

LIVORNO – Un’impresa veloce, gestita da giovani svegli e in sintonia con le trasformazioni del mondo della logistica: eppure la General Export labronica soffre anch’essa degli sconquassi che prima la pandemia e oggi lo strapotere delle compagnie di navigazione (con i loro mega-noli, a loro volta condizionate dai congestionanti delle banchine) hanno portato nei trasporti internazionali. In un paese come il nostro, che opera quasi esclusivamente nella trasformazione – la produzione è una quota minoritaria – la velocità dei trasporti in export specialmente è determinante. Invece…

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Invece Alessio Dalli…?

“Invece siamo condizionati da una permanente condizione di incertezze anche sui servizi di linea, che a loro volta risentono in negativo dei congestionanti dei porti. Se in più ci mettiamo i costi stratosferici dei noli, del gasolio per i servizi su gomma, le tasse sul personale e sulle aziende, non siamo certo in un momento facile. Specialmente noi che lavoriamo sul general cargo e che avremmo bisogno di efficienza e velocità. Perché oggi la logistica ha come imperativo proprio “fast”: la velocità”.

Servizi veloci richiedono anche un modo più veloce di comunicare, di rapportarsi con i vettori e i clienti.

“Infatti è proprio su questo che abbiamo puntato: e l’informatizzazione è diventata non solo una necessità ma anche una modo di guadagnare efficienza. Noi abbiamo spinto sull’informatica, specializzando sul personale e utilizzando le reti dove prima c’era il rapporto diretto per telefono o personale. Negli ultimi sei mesi, complice anche il Covid, il nostro mondo è diventato tutto telematico e non si tornerà indietro.

Voi siete livornesi ma lavorate un po’ su tutti i porti nazionali. Qual’è il vostro giudizio sullo scalo labronico?

“Per posizione geografica, per tradizioni storiche e per potenzialità del retroporto, Livorno potrebbe essere il primo o almeno il secondo porto italiano per volumi e servizi. Purtroppo siamo diventati stretti per le grandi navi che sempre più sono utilizzate dalle compagnie. Spesso siamo costretti a portare le merci da spostare a Livorno, prepararle nei nostri depositi e poi rispedirle non dalle nostre banchine ma da La Spezia, dove attraccano navi più grandi. Occorre accelerare al massimo sulla Darsena Europa, altrimenti finiremo per essere un porto federe: come già per parecchie merci accade”.

Livorno è sempre stato un porto prioritario verso i mercati degli USA: adesso che i tanti paletti di Trump sono stati aboliti da Biden, i traffici con la sponda Est americana come vanno?

“È vero che il presidente Biden ha sbloccato molti dei traffici dall’Europa e dall’Italia, per cui potremmo davvero sviluppare più lavoro. Rimane il problema del congestionamento dei porti USA, che colpisce anche la sponda Est (sebbene sia la costa Ovest la più in crisi) e rimane il rallentamento dei primi due mesi di quest’anno della nostra produzione. Speriamo con forza in una prossima ripresa dell’industria e della produzione nazionale, ma certo il caro energia non aiuta, e non sembra che sul problema il governo stia dedicando tutte le energie che vorremmo cedere”.

Ultima domanda, Dalli: quali sono i prodotti sui quali operate in export?

“La meccanica italiana, i fertilizzanti, l’abbigliamento: ma in particolare è l’alimentare italiano che ancora oggi tira a cominciare dal vino e dall’olio di qualità. Se si normalizzasse il sistema logistico internazionale, con noli più gestibili, più contenitori disponibili e specialmente con maggiore velocità e regolarità nei trasporti, potremmo davvero chiudere una stagione che si prospetta problematica”.

A.F.

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Pubblicato il
12 Febbraio 2022
Ultima modifica
6 Giugno 2023 - ora: 15:51

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