Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Caro energia: tempesta (im)perfetta anche sui porti

ROMA – Il presidente di Assoporti Rodolfo Giampieri s’è trovato la patata bollente del caro energia tra le tante da affrontare con il governo: patata relativamente nuova e non prevista, anche se all’orizzonte dei porti già da tempo piovevano fulmini.

Fatto sta che nel PNRR tutto punta alla elettrificazione spinta dei porti – con tanto di clausola secondo cui non fa perdere i soldi – ma non si è specificato che pannelli solari e ventilatori non basteranno certo a coprire i consumi portuali: e quindi l’elettrificazione comporterà un pesantissimo aggravio dei costi dell’operatività, che si rifletterà – anzi, si sta già riflettendo – sui costi del lavoro e quindi della logistica.

Sul tema è stato molto chiaro due giorni fa sulle pagine del loro quotidiano, il presidente di Confindustria Carlo Bonomi: le aziende sono già in ginocchio, ce ne sono specie nel campo delle produzioni energivore, stanno rimutandogli ordini perché andrebbero in rimessa.

Come scriviamo qui a fianco, nel campo del vetro e delle ceramiche i principali produttori italiani hanno addirittura sospeso la produzione e rifiutano gli ordini.

Per le bottiglie da vino stanno arrivando importanti forniture dal Brasile, dove il settore ha buone scorte: ma ovviamente a prezzi di mercato. Per il resto, il comparto industriale, ma anche quello della logistica portuale e dei trasporti – magazzini compresi – sta soffrendo e non considera il provvedimento di “ristoro” del governo determinanti per far fronte alla crisi. Quello che occorre – come ha detto lo stesso Carlo Bonomi – è accelerare al massimo l’utilizzo del gas nazionale, che troppo a lungo è stato bloccato per i diffusi “niet” alle trivellazioni già attuate o programmate. Ci sono, malgrado la crisi, ancora “niet”, come gli ultimi pochi giorni fa da istituzioni della Sicilia, che persistono nei divieti malgrado alcune aree marine della costa abbiano importanti giacimenti.

[hidepost]

Tutto nero?

Ci sono in Italia anche prospettive meno drammatiche ma in comparti di nicchia, per avere gas a prezzi non da strozzinaggio. Con il sistema HoD di Drillmec, società piacentina di rilevanza mondiale nel settore Oil&Gas – scrive la stessa società – la produzione nazionale di gas potrebbe aumentare nel giro di pochi giorni, in totale sicurezza e senza la necessità di trivellare nuovi pozzi. Anche nell’alto Adriatico.

Il sistema HoD – dice ancora la società – incide solo per i 5% sul costo di un impianto di perforazione onshore, mentre su un impianto offshore ha un impatto economicamente trascurabile. Si può applicare a qualunque tipo di struttura esistente ed è in grado di aumentare all’istante la produzione media di gas del 30% e la sicurezza degli impianti del 98%.

L’Italia ha una produzione interna di gas – si ricorda – che copre appena il 4% del fabbisogno nazionale, il resto viene importato. La produzione nazionale potrebbe aumentare fino a coprire il 14-15% del fabbisogno, ma perforare nuovi pozzi richiederebbe almeno 24 mesi di attesa. Per questo è necessario sfruttare al massimo le strutture già esistenti, mantenendo la sicurezza. Questo è possibile oggi senza investimenti ingenti, grazie alla tecnologia HoD – conclude Drillmec – già adottata in Norvegia e altri Paesi tra i più tecnologicamente avanzati del settore. 

[/hidepost]

Pubblicato il
16 Febbraio 2022

Potrebbe interessarti

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora

La vendetta e il perdono

Dunque, la solidarietà del presidente della Toscana con Luciano Guerrieri è durata, in ossequio agli ordini di partito, l’espace d’un matin, come dicono i francesi. Anche Giani, che aveva giurato di difendere Luciano alla...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio