Meno ruggine, più “memoria”

Nella foto: Un vecchio cannone bitta nell’avamposto Mediceo di Livorno.

LIVORNO – Quanti antichi cannoni navali ad avancarica, spesso pezzi unici di artigianato militare di secoli fa, sono ancora presenti nei porti italiani? Utilizzati a fine carriera come modeste bitte d’ormeggio per i velieri, figurantesi o anche oggi in banchine secondarie, spesso coperti di ruggine. Un brutto spettacolo di abbandono che non fa onore ai porti e a chi li gestisce.

Come sempre, alcune realtà portuali li hanno recuperati, restaurati e utilizzati come ornamenti degli scali o delle darsene: non tanto come simboli o strumenti di guerra – non sarebbero in grado di far più alcun male – ma come opere artigianali del passato, memorie della storia dei porti stessi, a volte anche di episodi celebri.

A cicli carsici, il recupero di questi reperti – certo non facilissimo, trattandosi di spaccare antiche banchine, peraltro non operative – viene sollecitato dagli appassionati della storia nazionale e locale. In tempi di lodevole impegno delle AdSP anche sul recupero dei monumenti, il messaggio potrebbe entrare a far parte di queste iniziative.

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